Ma dal passato anche qualche monito ai politici attuali
TRA BRENTA E PIAVE, TESORO NASCOSTO DI MARCA
Un volume per riscoprire storia, arte e curiosità del territorio
TREVISO - Il sacello di Caio Svetonio, nobile romano, sepolto a Sant'Eulalia a Borso del Grappa, che dispose un lascito perchè i paesani venissero, due volte all'anno a festeggiare sulla sua tomba. La pala di Lorenzo Lotto, nel duomo di Asolo, dove la Madonna ha le fattezze di Caterina Cornaro regina di Cipro (richiamata anche dai cipressi) oppure la Pietà nella parrocchiale di Pagnano, opera di Jacopo Torretti, il maestro di Antonio Canova, a memoria dell'altissima mortalità infantile di quegli anni e della disperazione delle madri. Le notissime villa Barbaro a Maser e villa Emo a Fanzolo, ma anche la ferrovia deucaville (a scartamento ridotto) che, durante la prima guerra mondiale correva lungo tutto il fondovalle per portare le munizioni sul fronte del Grappa, o ancora la Galleria Vittorio Emanuele, 4 chilometri e mezzo di gallerie sotto la cima del monte. E ancora le testimonianze della lavorazione della lana (nel XVIII a Crespano si contavano 28 fabbriche più cinque laboratori di cappelli) o della coltivazione degli ulivi
La Pedemontana del Grappa e dell'Asolano, conserva perle di storia, natura di grande valore, spesso trascurate o poco conosciute. A svelarle ci pensa ora il volume fotografico “Tra il Brenta e il Piave”. Oltre un anno di lavoro, 240 pagine, con 220 fotografie, contributi di vari esperti, coordinati da Gianpiero Favaro, il libro è edito da Vianello editore, con il contributo della Provincia e dei Comuni dell'area. Lo spunto è stato dato dal restauro, nel 2003 del ponte sul fiume Astego, come ha ricordato il presidente della Provincia, Leonardo Muraro. L'obiettivo è quello di valorizzare un territorio che non ha nulla a che invidiare alle colline toscane o umbre, afferma il curatore Gianpiero Favaro, già senatore e oggi consigliere provinciale. Anche con qualche insegnamento per l'atttualità.
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