Il 50enne di San Liberale interrogato in carcere: il gip ha convalidato il fermo
OTELLO LORENZON SI DIFENDE: "CON QUELLA RAPINA NON C'ENTRO NULLA"
E' accusato del furto in casa Camarotto, e anche della colluttazione
TREVISO – (gp) “Io con quel colpo non c'entro nulla. Non sono io quello che cercate”. Comparso di fronte al gip Silvio Maras, il 50enne Otello Lorenzon ha respinto tutte le accuse sostenendo che gli inquirenti avrebbero preso un abbaglio colossale. L'uomo, difeso dall'avvocato Luca Berletti, ha raccontato al giudice di aver perso giorni fa il cellulare (spiegando dunque il perchè si trovasse nel giardino dell'abitazione di Ca' Zenobio) e di aver avuto le scarpe sporche di fango perchè poco prima del blitz della polizia si trovava nel giardino della sua abitazione. Dichiarazioni plausibili che ora dovranno trovare riscontro con le indagini. Il giudice nel frattempo ha convalidato il fermo e dopo essersi riservato la decisione sulla modifica della misura di custodia cautelare ne ha disposto la conferma. Stando alle accuse Lorenzon, assieme a un complice che è riuscito a darsi alla fuga, avrebbe razziato la casa della nonna di Mirco Camarotto, 27 anni. Sorpresi dal giovane che era rientrato a casa con la fidanzata i due malviventi avrebbero tentato di scappare: uno è riuscito a scomparire nel buio mentre l'altro (secondo l'accusa proprio Lorenzon) avrebbe ingaggiato una colluttazione con Camerotto rifilandogli un pugno al volto. Nel parapiglia però il cellulare (quello di Lorenzon) è rimasto nel giardino di via Ca' Zenobio, elemento chiave per portare alla sua cattura. Difficile, stando alle dichiarazioni di Lorenzon, stabilire se l'apparecchio fosse davvero nelle sue tasche o in quelle di un malvivente che gliel'aveva rubato. Fondamentale sarà il confronto all'americana con la vittima.