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L'intervista alla ricercatrice storica, prof. Francesca Meneghetti
IL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI TREVISO, PER NON DIMENTICARE
Tra il 1942 e 43 vennero detenuti migliaia di civili jugoslavi
TREVISO - Che cos'era il campo di concentramento di Treviso? Nel giorno ufficiale della commemorazione delle vittime della Shoah e delle persecuzioni naziste, vogliamo ricordare una pagina di storia trevigiana, a lungo rimossa, che si colloca nel periodo della seconda Guerra Mondiale, ma si distingue dalle realtà dei campi di sterminio o di lavoro destinate agli ebrei.
Con la professoressa Francesca Meneghetti, ricercatrice Istresco e autrice del libro “Di là del Muro. Il campo di concentramento di Treviso (1942-43)”, abbiamo delineato la realtà del campo di concentramento di Treviso, costruito per detenere i civili jugoslavi strappati dai loro territorio in seguito all'occupazione del 1942 da parte dell'Italia e di altri paesi alleati. Uomini, donne e bambini vennero internati dal luglio del 1942 fino all'8 settembre 1943 nella struttura di Monigo, dove oggi si trova la caserma Cadorin. In questa intervista la professoressa Meneghetti ha illustrato i principali punti della questione: dal perché dell'internamento, alle condizioni di vita dei detenuti, dalla conversione del campo con l'armistizio del '43 alle ragioni che in seguito portarono all'oblio collettivo di questa pagina di storia.
Tra le iniziative ricordiamo l'esposizione a Palazzo dei Trecento dei lavori prodotti l'anno scorso dagli studenti delle scuole superiori di Treviso sul campo di concentramento di Treviso. Sempre presso il palazzo dei Trecento, viene ospitata una mostra dedicata agli omosessuali detenuti nei lager nazisti.
Le mostre saranno visitabili fino al 10 febbraio tutte le mattine (anche festivi) dalle ore 9 alle 13.
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