In corso le assemblee di fabbrica dopo le proposte di taglio agli stipendi
LA RABBIA DEI LAVORATORI ELECTROLUX: CORTEO E SCIOPERI
Stabilimento di Susegana mobilitato contro il piano dell'azienda
CONEGLIANO - I lavoratori dell'Electrolux si mobilitano contro la cura dell'azienda per non trasferire produzioni in Europa dell'Est. Oggi operai ed impiegati hanno dato vita ad un corteo che, verso le 8, dallo stabilimento di Susegana, lungo la Pontebbana, ha raggiunto Conegliano. Una delegazione ha anche incontrato il sindaco Floriano Zambon. Analoga iniziativa anche a Porcia, nel pordenonese. A Susegana sono scattati i primi scioperi di un'ora e tre quarti in chiusura di ogni turno: alle 12.15, alle 20.15 e alle 4.15 del mattino. Le assemblee di fabbrica sono iniziate verso le 6 di questa mattina e stanno continuando tuttora, per decidere la risposta al piano presentato dalla multinazionale svedese ed ulteriori forme di mobilitazione. I dirigenti dell'Electrolux e i rappresentanti dei lavoratori si sono incontrati ieri a Mestre: l'industria ha illustrato il piano per i suoi quattro stabilimenti italiani di Porcia, Susegana, Forlì e Solaro. Punto centrale, la diminuzione dell'orario a 6 ore giornaliere e la una riduzione delle buste paga che secondo l'azienda si aggira su 136 euro netti al mese, mentre secondo i sindacati arriverebbe a 400-450 euro, su stipendi in media tra i 1.300 – 1.400 euro. Prevista anche la cancellazione degli scatti di anzianità, dei premi di produzione e delle festività, oltre ad una revisione di pause e permessi sindacali. L'obiettivo dell'azienda, anche se il divario rimarrebbe comunque consistente, sarebbe quello di avvicinarsi al costo del lavoro di 7 euro l'ora della Polonia. Condizione indispensabile, secondo i manager Electrolux, per non delocalizzare nel paese dell'Est. Restano in vigore gli esuberi: a Susegana sarebbero 331, a fronte, però, di 22 milioni di investimenti per produrre nuove tipologie di elettrodomestici. Ben peggiori le prospettive per Porcia, il sito principale con oltre 1.100 addetti, di fatto destinato alla chiusura. Il piano è stato giudicato dai sindacati “irricevibile”.