A processo un 23enne di Castelfranco Veneto per le botte inferte a una 18enne
PICCHIATA E SEQUESTRATA DALL'EX, LA VITTIMA: "CHE MI STIA LONTANO"
La giovane è disposta a ritirare la querela, ma lui "dovrebbe sparire"
CASTELFRANCO VENETO – (gp) Si dovrà attendere giugno per conoscere la sentenza del processo a carico di T.B., un 23enne di Castelfranco Veneto accusato di aver picchiato e insultato per un'estate intera la sua ormai ex fidanzata, una ragazza di appena 18 anni, fino ad arrivare a sequestrarla per un giorno, a distruggerle il cellulare e a causarle un trauma cranico mentre la caricava a forza in auto. La giovane, parte civile con l'avvocato Beghin, ha formulato una richiesta risarcitoria di qualche migliaio di euro, ma l'intento è soprattutto quello di assicurarsi che il suo ex la lasci in pace. Se la difesa dell'imputato, rappresentata dall'avvocato Beraldo, dovesse offrire le dovute garanzie, la vittima si è detta disposta anche a ritirare la querela. La vicenda di violenza (le accuse sono sequestro di persona, ingiurie, lesioni e danneggiamento) avrebbe avuto inizio il 26 giugno 2011, quando la relazione sentimentale tra i due si sarebbe incrinata: insulti, schiaffi e pugni, ha raccontato la 18enne, sarebbero stati all'ordine del giorno. Ma il giovane si sarebbe spinto oltre, scaraventando anche la ragazza contro i muri dell'appartamento e il davanzale della finestra. L'episodio più grave il 7 settembre: al culmine dell'ennesimo litigio causato stavolta dalla gelosia, il 23enne avrebbe preso l'ex fidanzata, l'avrebbe chiusa a chiave nello sgabuzzino e le avrebbe preso il cellulare per evitare che avvertisse i carabinieri, per poi gettarlo a terra e frantumarlo. La sua rabbia non si sarebbe però placata: riaperto lo sgabuzzino, avrebbe infierito ancora sulla 18enne, l'avrebbe caricata a forza nella propria auto e nel farlo le avrebbe fatto sbattere la testa sulla portiera. Circostanza che lo fece desistere dal continuare a malmenarla ma che costrinse comunque la 18enne a ricorrere alle cure dei sanitari. All'ospedale di Castelfranco Veneto le venne diagnosticato un trauma cranico giudicato guaribile in otto giorni di prognosi. Fu anche il momento in cui la giovane trovò il coraggio di mettere fine a quella situazione e di denunciare tutto alle autorità.