Destinatario il sindaco Giovanni Manildo: sul posto la Digos per i controlli del caso
LETTERA SOSPETTA INVIATA A CA' SUGANA CONTRO IL PORTA A PORTA
Nella missiva, anonima, soltanto fondi di caffè e carta stagnola
TREVISO – (gp) Un dispetto o uno scherzo di dubbio gusto per protestare, o almeno così sembra, contro l'imminente introduzione della raccolta dei rifiuti porta a porta in centro storico. Così ha bollato la vicenda Gianfabrizio Moschini, il neo dirigente della Digos di Treviso, parlando della lettera sospetta inviata al sindaco Giovanni Manildo e recapitata all'ufficio protocollo di Ca' Sugana. Una busta che non ha passato i controlli al metal detector facendo scattare i controlli del caso. Sul posto prima una volante e poi gli agenti dell'ufficio politico della questura hanno fatto rientrare l'allarme: il plico, irregolare al tatto, non conteneva altro che dei fondi di caffè e della carta stagnola (oltre a delle cartacce). Quanto è bastato però per mettere in allarme i dipendenti di Ca' Sugana che hanno chiamato il 113. Un episodio che lo stesso dirigente della Digos ha definito singolare, dicendosi stupito di essersi imbattuto in questa insolita forma di malcontento per un provvedimento già adottato dalla stragrande maggioranza dei comuni non solo in provincia ma in tutta Italia.