I vicini confermano le accuse: urla, litigi quotidiani e metodi correttivi "esemplari"
CHIUSO FUORI CASA A 5 ANNI PER PUNIZIONE: GENITORI A PROCESSO
Sotto accusa due coniugi: una casalinga di 35 anni e un operaio di 50
VALDOBBIADENE – (gp) Vessazioni quotidiane, punizioni troppo severe tanto da sfociare in veri e propri maltrattamenti in famiglia. Con questa accusa è iniziato il processo a carico di due coniugi cinesi, operaio 50enne lui, casalinga 35enne lei. Una coppia regolare in Italia, da anni inserita nel tessuto sociale della Marca e con tre figli di 10, 6 e 3 anni che sarebbero le vittime di un metodo di insegnamento dell'educazione e della disciplina che definire ferreo sembra davvero poco, almeno secondo gli inquirenti. Diverse infatti erano state le segnalazioni dei vicini di casa della famiglia orientale che sentivano urla e litigi provenire dall'appartamento. In aula è stata sentita dal giudice proprio una di loro la quale, rispondendo alle domande del pm Valeria Sanzari, titolare del fascicolo, ha confermato le accuse raccontando alcuni episodi di violenza avvenuti anche all'esterno delle mura domestiche. I fatti contestati sono emersi a maggio del 2011. La denuncia aveva fatto scattare subito i controlli dei carabinieri, che in un primo momento non avevano portato a nulla. All'ultima visita nell'abitazione però i carabinieri avevano trovato il figlio di 5 anni fermo in piedi fuori dalla porta di casa. Erano le 13 e soltanto in un momento successivo si è capito che si trovava lì immobile dalle 6.30 del mattino. Una punizione inflitta soltanto a causa della sua vivacità, secondo l'accusa. Difesi in aula dagli avvocati Jenny ed Helga Lopresti, marito e moglie hanno sempre respinto le accuse dicendo di aver utilizzato metodi correttivi ed educativi forti, ma di non aver mai praticato alcuna violenza fisica o psicologica nei confronti dei figli.
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