Di fronte al giudice a ottobre i direttori de "Il Pettirosso" di Castelfranco Veneto
BAMBINI MALTRATTATI NELLA CASA FAMIGLIA: EDUCATORI A GIUDIZIO
L'accusa: costretti a inginocchiarsi sui sassi o a mangiare sapone
CASTELFRANCO VENETO – (gp) Rinviati a giudizio per presunti maltrattamenti nei confronti di quattro ragazzi ospitati nella casa famiglia “Il Pettirosso” di Castelfranco Veneto. A finire di fronte al giudice a ottobre saranno i “titolari” della struttura che negli anni ha ospitato decine di ragazzi con situazioni familiari difficili che sono stati affidati ai due responsabili della struttura dai servizi sociali. A formulare le accuse nei loro confronti il pm Valeria Sanzari, titolare delle indagini scaturite dalla segnalazione, nel febbraio 2013, di una dottoressa dell'Ulss 15 Alta Padovana. Acquisite a sommarie informazioni le ricostruzioni di quattro bambini di circa 10 anni (le presunte vittime delle violenze), è stato formalizzato il capo d'imputazione in cui si parla di vessazioni fisiche e psicologiche dovute all'iperattività dei ragazzi, alla violazione delle regole di condotta o semplicemente ai brutti voti conseguiti a scuola. Ad esempio sarebbero stati costretti a mangiare sapone o a inginocchiarsi sui sassi come forma di punizione. I due imputati, difesi dagli avvocati Fabio Pavone e Manuela Turcato, hanno sempre negato con forza ogni accusa, tanto da decidere di affrontare il processo per dimostrare la propria innocenza. La linea difensiva è chiara: in primo luogo accertare se gli episodi contestati si siano effettivamente verificati, e in secondo luogo (qualora trovassero fondamento le accuse della procura) capire se le condotte tenute siano penalmente rilevanti o se rientrino in un normale metodo di educazione nei confronti di bambini particolarmente indisciplinati. Dal canto loro i due imputati, che per il loro lavoro a favore della comunità hanno anche ricevuto un premio, sostengono di non aver mai maltrattato nessuno e di aver sempre avuto a cuore i loro ragazzi. Prova a favore della difesa il fatto che negli anni sono transitate decine di ragazzi e ragazze nella struttura senza che nessuno mai si lamentasse.