Il 20enne di Miane, accusato di violenza sessuale e tentata rapina, non è imputabile
MANIACO DEL MESCHIO ASSOLTO: INCAPACE DI INTENDERE E VOLERE
I fatti lungo la pista ciclabile che costeggia il fiume a Vittorio Veneto
VITTORIO VENETO – (gp) Assolto per totale incapacità di intendere e volere. Questo l'esito dell'udienza preliminare a carico di un ragazzo marocchino di 20 anni di Miane, ribattezzato il “maniaco del Meschio”, finito sotto accusa per violenza sessuale e tentata rapina. Il suo legale, l'avvocato Enrico Villanova, aveva chiesto per il suo assistito il giudizio abbreviato subordinato a una perizia psichiatrica. Accertamento affidato al medico legale Tiziano Meneghel il quale, di fronte al gup Gioacchino Termini e al pm Massimo De Bortoli, ha affermato che il giovane, oltre a non essere minimamente pericoloso a livello sociale, non è in grado di capire cosa ha fatto ma soprattutto il perchè lo ha fatto. In altre parole per la legge non è imputabile per cui è stato dichiarato innocente e affidato alla famiglia e ai servizi sociali che da tempo lo stanno seguendo. Stando alle accuse il 20enne, che finì agli arresti domiciliari lo scorso 27 settembre al termine delle indagini svolte dai carabinieri, il 26 aprile avrebbe tentato un approccio sessuale con una studentessa 22enne di origini tedesche lungo la pista ciclabile che costeggia il fiume Meschio a Vittorio Veneto. L'imputato avrebbe afferrato la vittima per i polsi, l'avrebbe spinta contro un muro e avrebbe iniziato a farle proposte oscene allungando le mani. La studentessa, capendo quello che le stava succedendo, decise di fingere di assecondare il suo aggressore, dicendogli di spostarsi da un’altra parte lontani da occhi indiscreti. Il giovane avrebbe accettato la proposta lasciando la presa. Fu in quel momento che la ragazza estrasse dalla sua borsa una bomboletta di spray urticante riuscendo a scappare verso la vicina via De Nadai. I carabinieri, subito interessati del caso, riuscirono poi a identificare il 20enne: a incastrarlo, oltre alla descrizione fornita dalla vittima, un referto medico dell'ospedale di Vittorio Veneto dove il ragazzo si era presentato per curare l'irritazione agli occhi.