Chiedono di trattenere Imu e Tasi e propongono un fondo di solidarietà regionale
"PORTIAMO LO STATO DAVANTI ALLA CORTE COSTITUZIONALE"
I sindaci della Marca in campo: "Violata la nostro autonomia"
TREVISO - I sindaci trevigiani sono pronti a portare davanti alla Corte Costituzionale lo Stato italiano. I comuni della Marca, tramite la loro associazione, infatti, hanno sottoscritto un documento in cui ribadiscono come lo Stato abbia progressivamente reso insostenibile la situazione finanziaria degli enti locali. Azzerando di fatto i trasferimenti, vincolando risorse e impedendo di fare investimenti anche per servizi essenziali alla cittadinanza come strade o scuole. E, per giunta, imponendo loro di diventare gabellieri per riscuotere tasse che poi vengono girate all'amministrazione centrale. Il testo, firmato già da una settantina di sindaci (i restanti si stanno via via aggiungendo), chiede di lasciare ai Comuni l'Imu, la Tasi e l'addizionale Irpef. Gli amministratori sollecitano anche due provvedimenti a stretto giro: lo sblocco del patto di stabilità per l'edilizia scolastica e la creazione, in via sperimentale in Veneto, di un fondo di perequazione su scala regionale anziché nazionale.
Una riforma della finanza locale non è più rinviabile, spiega Vigilio Pavan presidente dell'Associazione dei Comuni della Marca.
I Comuni chiedono alla regione di farsi interprete di queste istanze. Ma nel caso non venissero accolte sono pronti a procedere anche per vie legali. L'articolo 114 della Costituzione, mettendo sullo stesso piano Stato, Regioni, Province e Comuni, dà la facoltà di sollevare un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato davanti alla Corte costituzionale, sottolinea Marzio Favero, sindaco di Montebelluna.
E' la terza incarnazione del movimento dei sindaci. I precedenti, ammettono gli stessi amministratori, non hanno prodotto grandi risultati. Ma stavolta, assicura Franco Bonesso, vicesindaco a Trevignano e vicepresidente della Provincia, l'esito sarà diverso.