Il procuratore generale rinuncia all'appello: definitiva la condanna di primo grado
TENTÃ’ DI DAR FUOCO ALLA MADRE: SE LA CAVA CON 10 MESI DI CELLA
Sotto accusa c'era il 44enne di Vittorio Veneto Giancarlo Zanetti
VITTORIO VENETO – (gp) Rischiava 12 anni di reclusione per tentato omicidio. Almeno queste erano le intenzioni della Procura di Treviso che aveva impugnato la sentenza di primo grado in cui Giancarlo Zanetti, 43enne di Vittorio Veneto finito a processo con rito immediato per aver tentato di dare fuoco alla madre 75enne per comprarsi la droga, era stato condannato soltanto a dieci mesi di carcere. Era il 24 maggio 2011 quando i giudici del tribunale di Treviso, accogliendo la tesi difensiva sostenuta dall'avvocato Alessandra Nava, avevano derubricato il reato contestato in quello molto più lieve di minacce aggravate, complice anche la deposizione della parte offesa resa in aula e che aveva ridimensionato di molto i fatti contestati. Una sentenza che aveva però mandato su tutte le furie la Procura che era ricorsa in appello chiedendo che Zanetti fosse condannato per tentato omicidio. Il procuratore generale Bruno Cherchi, di fronte ai giudici della Corte d'appello di Venezia, ha sposato anche lui la tesi difensiva, rinunciando al ricorso. Motivo per cui la sentenza a dieci mesi di reclusione è diventata definitiva. Una vittoria per la difesa ma soprattutto per Zanetti il quale, dopo un periodo di riabilitazione e disintossicazione dall'alcol, considerata una patologia cronica per il 43enne, era tornato a vivere proprio con la madre senza che nessun episodio di violenza si verificasse ancora. I fatti risalivano al 22 dicembre 2010 e si erano consumati in un appartamento di via Francesconi a Vittorio Veneto, nella frazione di Ceneda. All'apice di un litigio il 43enne, alterato dall'alcol, era sceso nel magazzino, aveva preso una tanica di benzina e aveva poi sfondato la porta della stanza dove si era rifugiata la madre, cospargendola poi con il liquido infiammabile e minacciandola di darle fuoco se non gli avesse dato dei soldi. La 75enne riuscì a sfuggire al figlio scappando nell'appartamento di un vicino di casa.