Boato (Femca Cisl): "Chiesto un tavolo provinciale, faccia luce la magistratura"
SENZA STIPENDIO E SENZA CIG 26 DIPENDENTI DELLA ERMINI
L'accusa dei sindacati: "L'azienda non invia i documenti per l'ammortizzatore"
TREVISO - 26 dipendenti della Cereria Ermini senza stipendio da dicembre e con l’impossibilità di accedere alla cassa integrazione straordinaria. Situazione di stallo e di forte inadempienza da parte dell’azienda che, secondo i sindacati, ora impedirebbe ai lavoratori di poter usufruire della cig straordinaria. Il piano è infatti già approvato grazie agli accordi tra Provincia di Treviso e Cassa di risparmio del Veneto, che dovrebbe anticipare gli importi previsti, ma che non può dare avvio alle pratiche per inadempienza delle normali procedure burocratiche da parte dell’azienda stessa. “Abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo urgente alla Provincia e ai Comuni di Roncade e Carbonera, dove si trovano le sedi di Cereria Ermini – dichiara Gianni Boato, di Femca Cisl Belluno Treviso -. A fine gennaio, stretta da una crisi finanziaria che non permetteva più l'acquisto di materie prime, l’azienda ha fatto richiesta di ammissione al concordato al Tribunale di Treviso. In quell'occasione non si è riusciti a stipulare un accordo tra sindacato e azienda con la nuova proprietà, la “Ermini dal 1920" nata appositamente sempre nello stesso ambito famigliare”. Chiusa l’azienda storica, lasciando gravi debiti e una situazione precaria per i lavoratori, ne è stata fondata una sempre di proprietà della famiglia Ermini. Negli anni l'azienda ha contato su due tipi di mercato, quello della grande distribuzione e il mercato religioso, con la distriubuzione di una vasta gamma di ceri di produzione propria e di alta qualità fino ad almeno sei mesi fa. Nel nuovo progetto “Ermini dal 1920” non è stata possibile nessun tipo di contrattazione, nonostante nei sei mesi precedenti più di una decina di dipendenti avessero lasciato la vecchia proprietà. Le nuove condizioni poste e non negoziabili hanno stabilito che i lavoratori attivi siano 14, e non più i 26 in forze al momento della chiusura della “Cereria Ermini".
“Nell'assemblea di lunedì scoro i lavoratori si sono resi disponibili a lavorare, come hanno sempre fatto, a patto che venga loro pagato lo stipendio di febbraio e che vengano svolte tutte le operazioni burocratiche per l'accesso alla cassa integrazione strordinaria. – conclude Boato - Speriamo che la magistratura e gli organi preposti possano fare luce sulla vicenda della Cereria Ermini, e che il tavolo provinciale da noi richiesto possa accelerare la soluzione di questa grave vicenda lavorativa e umana.”