Il 30enne era accusato di sequestro di persona, lesioni e porto abusivo di armi
L'EX FIDANZATA S'INVENTA TUTTO: EDMOND GJZELI È STATO ASSOLTO
In aula l'avvocato Fabio Crea ha smontato l'impianto accusatorio
MANSUE' – (gp) L'ex fidanzata, un ragazza romena ora 23enne che lo aveva fatto finire prima in carcere e poi sotto processo, si è inventata tutto. O meglio Edmond Gjzeli, 30enne albanese residente a Mansuè, è stato assolto dal tribunale di Vicenza dalle accuse di sequestro di persona, lesioni gravi, porto abusivo d'armi, violenza privata aggravata e violazione di domicilio. Il suo legale, l'avvocato Fabio Crea, è riuscito infatti a dimostrare in aula che il racconto della presunta vittima non era attendibile e che non aveva trovato alcun riscontro probatorio, facendo così crollare l'impianto accusatorio. I fatti contestati hanno inizio il 27 febbraio 2012 quando la giovane, dopo un periodo di convivenza con l'imputato durato circa un anno, aveva deciso di tornare a vivere a Vicenza dalla madre. Quel giorno Gjzeli avrebbe preso la sua auto e si sarebbe recato dalla fidanzata. Secondo l'accusa, sorprendendola mentre rincasava, l'avrebbe prima picchiata nell'abitazione, poi l'avrebbe caricata a forza in macchina e nel tragitto in autostrada verso Conegliano avrebbe continuato a metterle le mani addosso, rompendole il labbro e fratturandole il naso. “Dobbiamo fare i conti io e te” le avrebbe detto, puntandole contro una pistola (poi non ritrovata al momento della perquisizione e dell'arresto). Ma la violenza non si sarebbe fermata: per un'intera giornata la 23enne sarebbe rimasta in balia dell'allora fidanzato il quale, una volta usciti dall'autostrada, l'avrebbe rinchiusa nel bagagliaio dell'auto per andare in una sala giochi a Oderzo, poi nella camera di un albergo a Ponte di Piave e infine, portandole via la carta d'identità e il telefonino, l'avrebbe trascinata a forza da un parrucchiere per togliere il sangue che aveva tra i capelli. Sarebbe stata quella l'ultima tappa del viaggio: Gjzeli l'avrebbe infatti lasciata andare. Lei, sconvolta, avrebbe raggiunto la madre a Vicenza e poi si sarebbe recata all'ospedale San Bortolo per farsi curare. La prognosi: lacerazione del labbro inferiore e rottura del setto nasale giudicate guaribili in 20 giorni. Dopo quell'episodio scattò la denuncia. Ma quei fatti, secondo i giudici, non si sarebbero mai verificati.