Domenica avrebbe partecipato all'adunata nazionale, organizzò l'edizione del 1994
FOLLA DI ALPINI AL FUNERALE DI FRANCESCO ZANARDO
"Fede, Servizio e affetti familiari" i pilastri di vita nel ricordo del parroco
TREVISO - Una chiesa di Santa Maria Maddalena gremita di alpini e delle tante persone che ne hanno voluto celebrare il ricordo, ha ricevuto il feretro di Francesco Zanardo spentosi martedì mattina nella sua abitazione di via Cadore, a Treviso, all'età di 76 anni.
La voce commossa e rotta del parroco, don Giannino, ne ha accolto le spoglie nel ricordo di chi tanto ha saputo regalare anche alla comunità parrocchiale. “Dio, gli Alpini, la Famiglia - ha ricordato don Giannino - stanno a simboleggiare i tre pilastri valoriali dell'esitenza di Francesco Zanardo: la Fede, il Servizio e gli Affetti”. Una vita che ha saputo far fruttare proficuamente quei Talenti forniti dal Signore di cui hanno parlato le pagine del Vangelo scelto per la celebrazione: una parabola particolarmente amata da Francesco Zanardo.
Dagli alpini è stato ricordato come un leader che mai si imponeva ma che agli occhi di tutti era visto come tale. Così hanno ricordato lo spirito di iniziativa e di intraprendenza, l'ironia intelligente, lo sguardo critico rispetto alle questioni del quotidiano che lo hanno sempre spronato all'impegno civile, culturale e sociale dedicandosi ai valori del servizio e del volontariato.
Come da sua espressa volontà, dopo l'ultimo saluto il corpo sarà cremato e sepolto nel cimitero di Mogliano Veneto. Era nato a Mogliano Veneto nel 1937 ed aveva gestito per diversi anni l’attività di famiglia, il Bar Pasticceria Venezia, prima di trasferirsi a Treviso a metà degli anni ’70. Da sempre impegnato nel sociale, era stato a lungo consigliere comunale nel suo paese natale. Era stato tra i fondatori del Rugby Mogliano, con cui in gioventù aveva giocato. Aveva poi lavorato nel campo della tipografia e dell’editoria, da alcuni anni era in pensione. Aveva svolto il servizio militare come sottotenente nella Compagnia Comando del battaglione Feltre del 7° Reggimento alpini. Al corpo degli Alpini era sempre rimasto legatissimo, prima come capogruppo del gruppo di Mogliano, poi nella sezione Ana di Treviso, di cui è stato presidente per dieci anni dal 1990 al 2000. Tra le iniziative di cui andava più fiero, l’Adunata nazionale di Treviso del 1994, di cui era stato tra i principali promotori, e il Portello Sile, antico casello daziario restaurato e trasformato in spazio culturale degli alpini trevigiani, del cui comitato di gestione è stato primo e instancabile responsabile. Grande appassionato di storia e cultura locale trevigiana, era socio della Società Iconografica Trivigiana e della Congrega per il recupero delle tradizioni trevisane. Lascia la moglie Marta ed i figli Mattia e Rebecca.
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