Sette persone hanno patteggiato la pena, altre sei dal giudice a fine maggio
COCA A IMPRENDITORI E DIRIGENTI: CONDANNE PER 17 ANNI DI CARCERE
Primi verdetti per la banda che riforniva di droga la "Conegliano bene"
CONEGLIANO – (gp) Pene per oltre 17 anni di carcere. Questa l'entità dei patteggiamenti concessi a sette imputati dal gup Gioacchino Termini nei confronti di quella che gli inquiretni ritenevano un'organizzazione che spacciava cocaina a imprenditori, professionisti, dirigenti di Conegliano e dintorni tra i 120 e i 150 euro a dose. Un traffico di droga d'elite gestito per mesi da una banda albanese che venne sgominata dai carabinieri di Conegliano nel giugno dello scorso anno. Tredici le persone finite sotto accuse: per sette di loro è arrivata la sentenza, le altre sei torneranno in aula a fine maggio. Al vertice dell'organizzazione, secondo l'accusa, ci sarebbe stato il 58enne albanese, Dilaver Huqi, detto "lo zio", difeso dall'avvocato Fabio Crea: era stato arrestato il 3 febbraio 2013 quando i carabinieri trovarono 1,3 chili di cocaina nascosta nel passeggino del nipote. Il giudice ha accolto il patteggiamento a cinque anni di reclusione e al pagamento ddi 18 mila euro di multa. Da quell'arresto si svilupparono le indagini che incastrarono il resto della banda. Il 31enne di Vittorio Veneto Pietro Bortoluzzi, l'unico italiano finito in cella che avrebbe avuto il compito di scortare gli spacciatori accompagnandoli in auto fino dai clienti, ha patteggiato un anno e quattro mesi e 3600 euro di multa. Quattro anni e quattro mesi (più 22 mila euro) sono stati inflitti a Jerin Kuci, balcanico di 41 anni, due anni (pena detentiva sospesa) e 4 mila euro di multa al 45enne Fatmir Caka e al 31enne di Pieve di Soligo Elton Bejco, un anno e otto mesi e 4 mila euro di multa al 28enne Ismet Kala e un anno (in continuazione con una precedente sentenza) e 6 mila euro di multa al 27enne Elton Zylyftari. Punto d'appoggio della gang sarebbe stato un locale nel cuore del centro storico coneglianese, gestito da un connazionale: sarebbe stato proprio lì che l'organizzazione avrebbe pianificato lo smercio della polvere bianca e avrebbe procacciato i clienti facoltosi a cui smerciarla. Clienti e spacciatori, rivelano gli investigatori, si accordavano tra loro parlando al telefono di "polizze".