Indagine Swg per conto di Osservatorio, Provincia e Cciaa
LA MANCANZA DI CREDITO FRENA LA RIPRESA NELLA MARCA
Per il 77% delle imprese trevigiane è il maggior ostacolo al rilancio
TREVISO - Migliora il clima tra gli imprenditori trevigiani: il 51% giudica soddisfacente la situazione della propria azienda. Restano però, due grandi nodi: il 56% dichiara che non effettuerà investimenti nel prossimo futuro, e poi il problema dell'accesso al credito. Per il 77% le banche costituiscono il principale ostacolo al rilancio.
Sono questi i principali risultati dell'indagine “Oltre la crisi. Traiettorie e sfide per le imprese trevigiane”, curato dalla società Swg, per conto di Osservatorio economico di Treviso, Provincia e Camera di commercio. Il sistema produttivo, ha spiegato Enzo Risso, di Swg, nonostante tutto conserva la capacità di realizzare buoni prodotti (la indicano come punto di forza 40 imprenditori su cento), mentre, tra i fattori critici, aumentano la concorrenza straniera, la difficoltà ad ottenere finanziamenti, una cultura del marketing ancora non ottimale.
“Siamo un territorio che ci crede ancora nonostante la crisi congiunturale – ha commentato Leonardo Muraro, presidente della Provincia - e questo è quanto emerge dall’indagine svolta su un campione di imprese trevigiane”. Muraro ha rimarcato il ruolo dell'ente da lui guidato, soprattutto nel campo della formazione e delle politiche attive per il lavoro: “La Provincia – ha specificato - ancora oggi continua ad analizzare attentamente la situazione del territorio per potere programmare risposte concrete. Una riflessione, però, è d’obbligo: Province e Camere Commercio sono attualmente in discussione da parte del Governo”.
Per Nicola Tognana, numero uno della Camera di commercio, la crisi “in alcuni casi ha portato a significative maturazioni anche in campo imprenditoriale”. Riguardo al credito, sia Muraro che Tognano, hanno sottolineato la necessità di diventare meno “banca-dipendenti”, sviluppando forme alternative per recuperare risorse per le imprese, come mini-bond o fondi di investimenti legati ad un azionariato diffuso.