Allo studente 21enne non è stata però riconosciuta la seminfermità mentale
OMICIDIO DI VIA GHIRADA: BRUNO MAGRI CONDANNATO A 12 ANNI
Il 17 gennaio 2013 uccise a coltellate il padre Roberto nella loro casa
TREVISO – (gp) Dodici anni di reclusione. Ridimensionando le richieste del pubblico ministero Valeria Sanzari (che aveva ipotizzato una condanna a 16 anni di reclusione), è questo l'esito del processo a carico di Bruno Magri, lo studente 21enne che il 17 gennaio dello scorso anno aveva ucciso il padre Roberto a coltellate nella loro abitazione di via Ghirada. Il gup Angelo Mascolo non ha riconosciuto la seminfermità mentale al giovane, come aveva invece accertato la perizia psichiatrica effettuata dal professor Marco Stefanutti dell'Università di Udine secondo cui il 21enne al momento del fatto era affetto da un vizio parziale di mente, ma ha considerato prevalenti le attenuanti generiche sulle aggravanti della crudeltà e del vincolo di parentela che gli venivano contestate. La difesa di Magri, rappresentata dagli avvocati Alessandro Compagno e Umberto Pauro, si è detta moderatamente soddisfatta dell'esito del processo pur sottolineando la tragicità dell'evento. In attesa del deposito delle motivazioni, i legali aspettano di capire com'è stata motivata la scelta di non riconoscere la seminfermità mentale prima di “azzardare” ipotesi su un eventuale ricorso in appello. Di certo c'è che la condanna poteva essere molto più pesante rispetto a quanto stabilito dal giudice. Un'altra cosa certa è che Bruno Magri aveva infierito sul padre: un elemento che finora non era mai emerso è che lo studente, per uccidere Roberto Magri, ha usato due coltelli diversi colpendolo anche quand'era a terra in fin di vita. Circostanza evidenziata anche dagli esiti dell'autopsia secondo cui la vittima venne colpita 26 volte con soluzione di continuità: non avrebbe infatti riportato solo ferite da taglio ed ecchimosi dovute alla colluttazione, ma anche una serie di fratture che potrebbero essere compatibili con una caduta dalle scale dell'appartamento provocata da una spinta del figlio, il quale avrebbe poi continuato a colpire il padre.