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Ambientato nel 1866, racconta la storia di due famiglie produttrici di vino
IL LEONE DI VETRO: UN FILM NELLA TERRA DEL RABOSO
ll film, tra fiction e storia, presentato dal regista Salvatore Chiosi
TREVISO - Siamo nel 1866 alla vigilia del referendum per l'annessione del Veneto all'Italia. Nella spaccatura che attraversa il popolo, fra chi è a favore e chi contro, si traccia la storia dell'Italia e la storia di una famiglia che con passione si dedica alla produzione e commercio del loro vino, che oggi identifichiamo nel Raboso del Piave doc e nel Malanotte del Piave docg. In questa atmosfera che preannuncia svolte e cambiamenti epocali, si sviluppa la trama de “Il Leone di Vetro”, lungometraggio di fiction a carattere storico diretto da Salvatore Chiosi, intervenuto ai nostri microfoni, ambientato tra Venezia e le terre del Piave. Partendo dai giorni precedenti al referendum del 22 ottobre 1866, che sancirà l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, il film attraversa le vicende di una famiglia veneta, i Biasin, cui si intrecciano le vicissitudini della famiglia Querini, aristocratica e in decadenza, entrambe produttrici di vino che commerciano in tutta Europa. Fra intrighi, passioni, dolori, si apriranno nuovi scenari e prospettive inaspettate. A far da sfondo la caduta di Venezia, per opera di Napoleone, e la sua annessione all’Italia. Ma si parla anche di passione per il proprio lavoro e per la propria terra. Cosi spiega il regista Salvatore Chiosi intervistato da Alessandra Ghizzo.
La sceneggiatura de Il Leone di Vetro è di Renzo Carbonera e Maximiliano Hernando, nel cast Claudio De Davide; Christian Iansante; Sara Ricci; Maximiliano Hernando Bruno; Andrea Pergolesi; Carla Stella; Stefano Scandaletti; Eleonora Panizzo; Vasco Mirandola; Alvaro Gradella; Gaetano Rampin; Diego Pagotto.