A processo una 38enne coneglianese per indebito utilizzo di carte di credito
PRELIEVI SOSPETTI AL BANCOMAT: MAMMA FA ASSOLVERE LA FIGLIA
L'ottantenne si era dimenticata di averle dato lei stessa la tessera
CONEGLIANO – (gp) Nonostante fosse stata scagionata in aula dalla madre quasi ottantenne, una 38enne coneglianese era rimasta sotto accusa (rischiando una pesante condanna) per l'indebito utilizzo della tessera bancomat della pensionata per un importo di poco superiore più di mille euro. Tre prelievi effettuati il 28 e il 29 maggio e il 2 giugno 2010, ma senza nessun inganno come la stessa anziana aveva raccontato a processo. Una testimonianza che da sola bastava a far cadere ogni accusa, ma in aula si doveva ascoltare anche la versione della diretta interessata, difesa dall'avvocato Daniele Panico, per verificare se collimasse con quella della presunta vittima. E così è stato: il giudice ha infatti assolto la 38enne perchè il fatto non sussiste. A far scattare l'indagine era stata proprio l'anziana la quale, leggendo l'estratto conto che le era stato spedito a casa dalla banca, si era accorta di tre strani prelievi nel giro di appena quattro giorni, tutti da 350 euro. Preoccupata che il suo bancomat fosse stato clonato e che il suo conto corrente potesse venire svuotato da qualche malvivente, decise di denunciare il fatto ai carabinieri. Analizzando i video delle telecamere di sicurezza dell'istituto di credito si scopri presto la verità: a effettuare quei prelievi era stata la figlia. Immediato scattò dunque un decreto penale di condanna da quattro mesi e 15 giorni di reclusione, pena detentiva convertita in pecuniaria per un totale di 33.870 euro di multa. Quando l'anziana venne a sapere che a prendere quei mille euro era stata la figlia, si ricordò che era stata lei stessa a darle la tessera bancomat e ad autorizzare le operazioni: stava attraversando un periodo difficile a causa della morte del marito e a problemi deambulatori che l'avevano costretta a rimanere chiusa in casa. Ma ormai era troppo tardi. L'inchiesta era partita e, nonostante la volontà di rimettere di querela, per questo tipo di reati si procede d'ufficio.