Bloccati dai carabinieri dopo un inseguimento da film a Treviso e Mestre
ASSALTO ALLA TUPPERWARE: TUTTI ZITTI DURANTE L'INTERROGATORIO
Il colpo aveva fruttato un bottino di 20 mila euro, l'incasso del giornata
TREVISO – (gp) Tutti zitti, tutti in carcere. Non cambia nulla dal punto di vista giudiziario dopo l'interrogatorio di convalida dell'arresto del commando che lunedì sera ha assaltato l'azienda Tupperware di via delle Industrie a Ponzano Veneto. Giuseppe Scelzi, 34 anni e unico campano del gruppo, e i palermitani Antonio Salerno, 28 anni, Carmelo Signorelli, 42 anni e Maurizio Caponetto, 34 anni, tutti difesi dall'avvocato Mauro Serpico, di fronte al gip Umberto Donà hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Stessa condotta tenuta dal 35enne palermitano Salvatore Girgenti, difeso dall'avvocato Nicola Dotto. Il giudice, ascoltate le richieste delle difese, ha rigettato le istanze di alleggerimento della custodia cautelare disponendo che i cinque rimanessero dietro le sbarre. I legali hanno già annunciato che presenteranno ricorso al tribunale del riesame nei prossimi giorni. Stando alle accuse i cinque, considerati un gruppo di “trasfertisti” che vive tra Spinea e Mestre, travisati da passamontagna e armati con una pistola Smith&Wesson erano riusciti a scappare con un bottino di oltre 20mila euro. Al momento del blitz all'interno dell'azienda, al piano superiore, si stava svolgendo un corso di aggiornamento per i venditori: erano presenti almeno 40 persone. I rapinatori sono arrivati nel piazzale a bordo di un'auto risultata rubata lo scorso 5 aprile a Casale sul Sile. Quattro di loro (il quinto è rimasto all'esterno a fare da palo) sono entrati dalla porta principale e si sono diretti verso l'amministrazione trovando la contabile della Tupperware, una 41enne sorella della titolare, una venditrice 33enne intenta a versare del denaro e una 29enne che stava compilando dei moduli. Quest'ultima è stata presa in ostaggio da uno dei banditi che ha ordinato alla contabile di consegnare i soldi. Sentendo il trambusto provenire dal piano inferiore un 49enne, dipendente Ulss9 e li per partecipare alla riunione, piombò in ufficio cercando di ribellarsi ai rapinatori, i quali hanno reagito e l'uomo è stato centrato al capo con un colpo dato con il calcio della pistola: soccorso dal Suem, ha riportato 15 giorni di prognosi. I malviventi poi si sono dati alla fuga raggiungendo il cimitero di Villorba. Lì hanno abbandonato la Panda e si sono divisi, salendo a bordo di altre due vetture pulite: una Punto di colore celeste e una Mercedes classe A. La prima auto venne bloccata dai carabinieri al casello di Treviso nord: a bordo c'erano Girgenti e Salerno ma soprattutto il bottino, nascosto sotto uno dei tappetini, e la pistola. La Classe A, in cui erano presenti gli altri componenti del commando, venne fermata poco dopo a Mestre grazie anche all'ausilio della Polstrada.