TREVISO - “Lascio un'associazione coesa”. Alessandro Vardanega concluderà sabato prossimo, con l'assemblea annuale, i suoi sei anni alla guida di Unindustria Treviso: quattro del consueto mandato, più una proroga straordinaria di altri due anni visto il grave contesto economico. “Qui non ci sono presidenti di professione, le organizzazione che non si rinnovano sono destinate a fallire”, ribadisce ormai al termine della sua gestione.
(Nella foto sopra, il presidente di Unindustria Treviso, Alessandro Vardanega, insieme al direttore dell'associazione, Giuseppe Milan)Tra i momenti più duri cita il periodo tra la fine del 2008 e il primo semestre del 2009, quando la grande crisi si è rivelata con tutta la sua virulenza anche nella Marca. Come iniziative chiave della sua presidenza ricorda il progetto per far assumere almeno un giovane in ogni impresa associata, che ha portato a 1.200 nuovi inserimenti, e la marcia del 2011, quando gli imprenditori trevigiani, insieme all'allora presidente nazionale Emma Marcegaglia, percorsero a piedi il tragitto dallo stadio di rugby di Monigo alla nuova sede dell'associazione, alla cittadella Appiani, per manifestare il loro disagio di fronte alle inefficienze del sistema paese e alle mancate risposte della politica. Molti di quei problemi, ammette Vardanega, persistono tuttora. “Se allora però c'era una forte sfiducia – sottolinea il presidente uscente – oggi avverto una grande speranza, una voglia di cambiare da parte di tutti”. Un sentimento positivo “da capitalizzare e da non sprecare”, avverte Vardanega. (Nella foto sotto, con il presidente designato Maria Cristina Piovesana)
Per questo chiede al governo di avviare i cantieri delle riforme: “In tempi brevissimi per quelle a costo zero, come la semplificazione delle norme fiscali, del mercato del lavoro, la riduzione dei livelli di governo”.
Il sistema di corruzione messo in luce, anche in Veneto, dalle recenti inchieste sul Mose, non induce Vardanega a temere un allentamento dell'etica da parte della classe imprenditoriale: “L'imprenditore coinvolto in qualche fatto illegale perde il diritto sia di votare sia di avere ruoli nell'associazione, ma l'impresa deve essere salvaguardata e sostenuta, con il suo patrimonio di conscenze e di lavoratori. Ed anche le opere devono essere completate. Non gettiamo il bambino con l'acqua sporca”.
Il futuro di Alessandro Vardanega? Oltre al recente incarico di vicepresidente di Veneto Banca, l'imprenditore di Possagno non ha dubbi: “Sono stati sei anni di impegno faticoso, proprio a causa della crisi, ma di grande arricchimento, soprattutto per il contattto con tanti colleghi. Da lunedì prossimo tornerò a dedicarmi a tempo pieno alla mia azienda”.