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AUDIO L'intervista rilasciata a Buongiorno Veneto Uno
"IL TETTO ALLE ASSUNZIONI A TEMPO DETERMINATO, PENALIZZA LE PMI"
Il presidente ANCL di Treviso Cesare Artico critica il "Jobs Act"
TREVISO - “Il limite massimo del 20% sulle nuove assunzioni a tempo determinato, e la conseguente sanzione sullo sforamento, penalizza fortemente le piccole medie imprese e non favorisce la ripresa dell’occupazione”. Questa la posizione del Presidente ANCL Treviso, il Sindacato dei Consulenti del lavoro, sulle assunzioni a tempo determinato regolamentate dalla Legge 78 del 16 Maggio scorso. Il provvedimento ha convertito definitivamente con modificazioni, il decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34 recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese, la prima norma che andrà a formare il cosiddetto Jobs Act.
“I 200 consulenti del lavoro che rappresentiamo come ANCL, si occupano di circa 12.500 piccole medie imprese della Provincia di Treviso (su un totale di 25.000 circa). Il nostro è quindi un osservatorio importante e, dal confronto quotidiano con gli imprenditori e gli artigiani, posso dire che non si può ancora parlare di ripresa ma ci sono buoni elementi per dire che siamo sulla giusta strada, con molte commesse in arrivo – dichiara Cesare Artico Presidente ANCL Treviso – Certo per fare fronte a queste commesse è necessario poter assumere del personale a tempo determinato, per il momento. Se però, in aziende che contano dai 10 ai 15 dipendenti al massimo, si consente l’assunzione solo del 20% (ovvero 2-3 lavoratori) pena la sanzione, laddove il fabbisogno sarebbe di gran lunga superiore per poter prendere in carico le commesse in arrivo, capiamo bene che non stiamo favorendo la ripresa della produzione e tantomeno il rilancio dell’occupazione.”
Sul testo di legge si evinche che se il datore di lavoro non rispetta il tetto del 20% e assume con un contratto a termine un numero maggiore di dipendenti, dovrà pagare una sanzione in denaro. Se il numero degli addetti a tempo determinato supera il 20% ma resta entro il 21% dell'organico, la “multa” a carico dell'impresa sarà pari al 20% dello stipendio dei dipendenti in eccesso. In caso di sforamento oltre il 21%, la sanzione salirà al 50% delle retribuzioni.
“Questa norma, contenuta nella L. 78/2014, non favorisce la stabilizzazione dei lavoratori assunti a tempo determinato. Se un piccolo imprenditore deve pagare una sanzione per lo sforamento del tetto di assunzione, in un periodo difficile come quello che stiamo attraversando ci pensa due volte prima di procedere – continua Cesare Artico – Liberalizzare le assunzioni a termine ed eliminare le sanzioni, permetterebbe alle PMI di fare fronte alle commesse in arrivo, rimettendo in circolo sia gli investimenti sia il mercato del lavoro.
A produzione avviata e di fronte a nuovo fatturato per l’azienda – conclude Artico – si potrebbe quindi favorire la stabilizzazione definitiva del lavoratore assunto a termine, convertendo il suo contratto a tempo indeterminato.”