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Treviso, sit-in in piazza: "Dal governo molti annunci, ma nessun passo concreto"
IN PENSIONE UNO SU CINQUE, RISCHIO PARALISI NEI COMUNI
L'allarme dei sindacati trevigiani del pubblico impiego
TREVISO - (mz) Il 20% del personale di Comuni ed enti locali della Marca andrà in pensione nei prossimi due o tre anni. A stimare l'esodo di massa sono i sindacati trevigiani del pubblico impiego. Chiare le ragioni: se in passato molti dipendenti rimanevano al lavoro anche dopo aver maturato il minimo per la quiescenza, assicurando così un passaggio più scaglionato, ora la stragrande maggioranza se ne va appena raggiunti i requisiti nel timore che le “finestre” possano chiudersi definitivamente, a causa delle continue riforme previdenziali. Con una cospicua fetta di dipendenti ormai prossimi al limite minimo nel prossimo biennio unita al blocco del turn-over e ai vincoli finanziari delle amministrazioni, il rischio secondo le organizzazioni sindacali è di una vera e propria paralisi. “Per il comune di Treviso, che ha quasi 600 dipendenti, il colpo sarà pesante, ma in qualche modo può essere fronteggiato – spiega Roberto Meneghello, della Uil Flp -, ma la media degli altri comuni della provincia ha dai 20 ai 30 addetti: se vanno via in 4 o 5, interi uffici rischiano di essere scoperti”. La sostituzione con nuovi impiegati, peraltro, non è così automatico: anzi, negli ultimi anni, è venuto a mancare proprio quel periodo di affiancamento tra “vecchi” e “neofiti” che consentiva il naturale passaggio di competenze. Sempre che le assunzioni vengano effettuate davvero: finora, lamentano i sindacati, gli annunci del governo sono rimasti tali, senza tramutarsi in azioni concrete. Mentre la spending review e i tagli agli organici, attacca Ivan Bernini, segretario della Fp Cgil, non hanno toccato categorie come la magistratura, gli alti gradi della forze armate, l'avvocatura dello Stato. I rappresentanti dei lavoratori del pubblico impiego della Marca si sono ritrovati questa mattina in piazza Aldo Moro, per un sit-in di protesta contro la situazione. Ma anche per ribadire le loro proposte, a partire, come spiega Valeria Nassuato, della Fp Cisl, da una possibile maggiore flessibilità nei pensionamenti.