Giudicato innocente Renzo Turcato, brigadiere capo di Castelfranco Veneto
VENTENNE PICCHIATO IN CAMERA DI SICUREZZA: CARABINIERE ASSOLTO
La vittima aveva chiesto un risarcimento danni di 140 mila euro
CASTELFRANCO VENETO - (gp) Assolto perchè il fatto non sussiste. Dopo due ore e mezze di camera di consiglio i giudici del tribunale di Treviso hanno giudicato innocente Renzo Turcato, il carabiniere finito a processo, secondo l'accusa, per aver picchiato un detenuto in cella di sicurezza provocandogli un danno permanente alla vista con la restrizione del campo visivo all'occhio destro. Un punto a favore dell'imputato, difeso dall'avvocato Ivana Taschin, lo aveva già segnato la perizia disposta dal tribunale: le lesioni della presunta vittima erano compatibili con un pugno ma anche con gesti di autolesionismo. In più il CTU aveva sottolineato come il danno all'occhio non fosse accertabile se non basandosi sulle dichiarazioni della vittima. Circostanza che di fatto ha scagionato il 53enne brigadiere capo di Castelfranco Veneto, ora in servizio a Riese Pio X, che era chiamato a rispondere dei reati di lesioni personali, abuso di autorità nei confronti di un detenuto e danneggiamento. Secondo l'accusa, rappresentata dal pm Francesca Torri, il militare avrebbe scaricato la sua ira nei confronti di un albanese di 20 anni arrestato per furto. Una volta portato in caserma, il brigadiere capo avrebbe colpito il 20enne “al volto e a una gamba con calci e pugni mentre l'arrestato si trovava in camera di sicurezza”. Nel capo d'imputazione si leggeva inoltre che l'imputato “in violazione delle norme di legge nonché omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio” avrebbe danneggiato “in maniera irreparabile il telefono cellulare e l'orologio da polso” del 20enne, beni che “gli aveva prelevato al momento dell'arresto”. La vittima, costituitasi parte civile con gli avvocati Pietro Guidotto e Marco Furlan, aveva chiesto un risarcimento danni di 140 mila euro chiamando in causa anche il Ministero della Difesa. Ma a processo è stato dimostrato che nulla di quanto contestato sarebbe accaduto, o almeno non si è raggiunta la prova per stabilire se la denuncia del 20enne fosse davvero fondata.