Ivan Baricevic torna libero, con l'obbligo di dimora, dopo tre giorni passati in cella
"MA QUALE AMANTE, MI TROVAVO NELL'HOTEL PER MOTIVI DI LAVORO"
Il 26enne era stato arrestato per aver violato la sorveglianza speciale
TREVISO – (gp) “Ma quale amante, mi trovavo in quell'hotel per motivi di lavoro”. Comparso di fronte al gip Umberto Donà per l'interrogatorio di convalida dell'arresto, il nomade 26enne Ivan Baricevic, ribattezzato “il re delle truffe” decine di raggiri messi a segno in provincia di Treviso e non solo, non poteva che ammettere di aver violato la misura dell'obbligo di dimora a cui era sottoposto ma ha respinto il fatto di essersi trovato in quell'hotel per un incontro amoroso clandestino. Difeso dall'avvocato Andrea Zambon, il 26enne ha infatti prodotto un contratto preliminare di assunzione presso una ditta edile della zona, avvalorando così la sua versione dei fatti. Nonostante il pm avesse dato parere contrario alla scarcerazione, il giovane dopo tre giorni passati in cella è tornato in libertà dovendo però rispettare ancora la misura dell'obbligo di dimora. Ivan Baricevic era stato arrestato lunedì mattina dalla polizia mentre si trovava all'interno di un albergo di Spresiano per aver violato la sorveglianza speciale a cui era stato sottoposto, tra i cui vincoli c'era anche quello di restare nel territorio del Comune di Treviso e di non incontrare persone con precedenti penali o di polizia. Secondo la questura di Treviso però la verità sarebbe un'altra: il 26enne avrebbe più volte frequentato l'albergo per fugaci incontri con una donna coetanea e con precedenti di polizia. Sempre secondo gli inquirenti quel giorno aveva regolarmente pagato la stanza d'albergo, al costo di 90 euro, proprio per incontrare l'amica: prima del tramonto sarebbe poi tornato a casa per evitare i controlli delle forze dell'ordine.