L'uomo è ricoverato al reparto malattie infettive dell'ospedale
CASO DI LEBBRA A QUINTO: BENGALESE AL CA' FONCELLO
Zaia: "Alzeremo al massimo livello la sorveglianza sul territorio"
TREVISO - Un sospetto caso di lebbra si è verificato a Quinto ai danni di un immigrato bengalese di 37 anni. La notizia è stata confermata dalla Regione. L'uomo risiede nel comune della Marca da 8 anni e la presenza del virus è stata accertata dai sanitari dell'Uls 9. Attualmente il bengalese si trova ricoverato all'ospedale Ca Foncello, nel reparto Malattie infettive, per ulteriori accertamenti, assieme agli altri componenti la famiglia. Il bengalese si era recato al nosocomio per alcuni accertamenti medici. Il protocollo sanitario in casi come questo prevede la visita dermatologica sulle cinque persone conviventi con il paziente. Il governatore Luca Zaia, in un comunicato, ha incaricato il direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan, "ad alzare al massimo livello la sorveglianza sanitaria, la prevenzione e la profilassi su tutto il territorio, sia a livello ospedaliero che territoriale”.
Il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 9 ha attivato i protocolli del caso che prevedono la visita dermatologica sulle 5 persone conviventi con il paziente. Il controllo verrà eseguito presso la Dermatologia del Ca' Foncello. Il paziente bengalese era stato ricoverato per sintomatologia di tipo cardiologico in unità coronarica. E’ stato effettuato uno studio emodinamico e sulla base della sintomatologia sono state effettuate biopsie cutanee che, refertate dopo il tempo necessario, hanno dato esito di una forma di lebbra. In malattie infettive è iniziato trattamento specifico in accordo col centro di riferimento nazionale di Genova. Si tratta, precisano i sanitari, di una malattia poco contagiosa che, sinora, la letteratura scientifica ha quantificato in una decina di casi l’anno in Italia. Sulla vicenda si terrà alle 11 una conferenza stampa alla direzione sanitaria.
“Si tratta di un segnale molto brutto – continua Zaia nel comunicato – che testimonia come purtroppo le nostre preoccupazioni sulla ricomparsa di malattie da tempo debellate fossero fondate. Una giovane donna morta di Tbc poco tempo fa, oggi questo caso di lebbra sono elementi che provano il ritorno di patologie, perlopiù infettive, che qui erano scomparse da 200 anni, nei confronti delle quali l’attenzione del nostro sistema sanitario è e sarà massima. Il nostro primo obiettivo è quello di salvaguardare la salute pubblica e quella di ogni singolo cittadino Veneto e lo faremo mettendo in campo tutte le elevate professionalità dei nostri medici e l’intera organizzazione sanitaria ospedaliera e territoriale. Oggi più che mai dobbiamo tenere alta la guardia, a cominciare dai siti, che tra l’altro i nostri controlli hanno dimostrato essere assolutamente inadatti allo scopo, dove il governo nazionale impone di ricoverare gli immigrati dell’operazione Mare Nostrum, i primi da tenere sotto controllo sanitario perché purtroppo la quasi totalità dei migranti provengono da Paesi dove profilassi e prevenzione di queste malattie non esistono, e questo a salvaguardia di tutti, migranti compresi”.