TREVISO - Le valigie lasciate sul sedile posteriore dell'auto, ferma nel parcheggio dell'area di servizio Piave Est, sull'autostrada A27, mentre il proprietario, diretto a Cortina in vacanza, era andato al bar. Occasione troppo ghiotta per due ladri. Grazie
anche ad un particolare apparecchio tecnologico, come spiega Immacolata Benvenuto, dirigente della Squadra Volanti della Questura di Treviso: nel pomeriggio di mercoledì, intorno alle 16.30, si sono affiancati alla Panda 4x4 dell'uomo e, con un dispositivo, nascosto nel cruscotto, sotto il volante, della loro macchina hanno disturbato le frequenze del telecomando di chiusura delle portiere dell'altra vettura. E' lo stratagemma attuato da Paolo e Ismaele Udorovic, padre e figlio, rispettivamente 41 e 21 anni. Il primo, ben noto alle forze dell'ordine: era uscito dal carcere appena il primo agosto scorso, ma non ha perso tempo per rimettersi in attività, portando con sé anche il figlio per insegnargli i trucchi del mestiere. Un altro automobilista, però, li ha visti aggirarsi con fare sospetto ed ha, meritoriamente, avvertito il 113: la pattuglia della Polizia stradale, nel giro di qualche
minuto, ha intercettato e bloccato poco distante l'auto di colore scuro segnalata (una Opel Corsa). I due, apparsi subito molto agitati, hanno prima negato di essere mai stati in quella stazione di servizio, poi hanno cercato di convincere gli agenti che i due borsoni erano di loro proprietà. Affermazione subito smentita dal contenuto: abiti griffati, profumi di pregio, le chiavi di un appartamento, alcune lettere intestate al derubato: valore complessivo circa 3mila euro. Le stesse borse erano di gran marca, Louis Vuitton e Celine: quest'ultima costa circa 2mila euro. Il proprietario, un 26enne bolognese, stava tranquillamente terminando la sua pausa nel viaggio. Ai poliziotti, raggiunti anche dai colleghi delle Volanti, ha poi raccontato di essersi reso conto del malfunzionamento della chiusura elettronica e di aver allora utilizzato la serratura manuale: la porta di destra, però, evidentemente non era scattata. Insospettiti, gli agenti hanno controllato a fondo la macchina degli Udorovic, scoprendo il particolare dispositivo. I due sono stati condannati per direttissima: Paolo ai dominiciliari, mentre al figlio è stato imposto l'obbligo di dimora (risiedono nel Veneziano). La Polizia sta verificando se possano essere responsabili di altri furti simili, intanto ha rafforzato i controlli nelle aree di sosta lungo le autostrade.