La Corte d'Appello "lima" la sentenza di primo grado: tolta la premeditazione
TENTATO OMICIDIO: ANDREA LORO CONDANNATO A 13 ANNI DI CARCERE
immutata la provvisionale di 80 mila euro alla vittima, Matilde Ardia
LORIA - (gp) L'aggravante della premeditazione non è stata riconosciuta, ma la condanna inflitta ad Andrea Loro rimane comunque il massimo della pena possibile. La Corte d'Appello di Venezia, ritenendo non provato che il tentato omicidio fosse stato premeditato ma riconoscendone la preordinazione (ovvero la più grave forma di dolo), ha ridotto la pena a 13 anni di reclusione rispetto ai 15 inflitti in primo grado dal gup di Treviso Umberto Donà. Difeso dagli avvocati Paolo De Girolami e Lorenza Secoli, per Andrea Loro è stata però confermato il risarcimento alla parte civile: 80 mila euro di provvisionale immediatamente esecutiva la cui entità dovrà però essere quantificata in sede civile. I fatti contestati risalgono al 17 gennaio 2013 quando il 34enne di Loria tentò di uccidere la moglie, la 30enne Matilde Ardia difesa in aula dall'avvocato Stefania Bertoldi, prima strangolandola e poi, simulando un incidente stradale, dando fuoco all'auto con la consorte all'interno. In primo grado il giudice aveva riconosciuto tutte le aggravanti contestate all'uomo, compresa la premeditazione, sposando in pieno l'impianto accusatorio del pm Valeria Sanzari che aveva chiesto una condanna a 16 anni e 8 mesi, nonostante lo sconto di un terzo della pena in virtù del rito abbreviato. Il gup aveva inoltre sospeso per tutta la durata della pena la patria potestà di Andrea Loro, di fatto anticipando l'udienza civile per la revoca di fronte al tribunale dei minori (a cui si affianca anche la causa civile per la separazione). Entrambe sono ancora in via di definizione considerato che Loro, tramite i suoi legali, ha chiesto di poter ricevere in carcere le visite dei due figli, entrambi minorenni. Decisione su cui il tribunale deve ancora pronunciarsi.