Depositata la lista testi della difesa: 37 persone pronte a scagionare i titolari
BAMBINI MALTRATTATI NELLA CASA FAMIGLIA: GLI EDUCATORI IN AULA
Accusati di maltrattamenti i gestori de "Il pettirosso" di Castelfranco
CASTELFRANCO VENETO - (gp) In dieci sono pronti a confermare le ipotesi accusatorie della Procura di Treviso, ma ben 37 persone saranno chiamate dalla difesa a raccontare l'esatto contrario. Cioè che i presunti episodi di maltrattamenti ai danni di quattro ragazzi all'interno della casa famiglia “Il Pettirosso” di Castelfranco Veneto non si sono mai verificati. Si è tenuta la prima udienza del processo a carico dei “titolari” della struttura che negli anni ha ospitato decine di ragazzi con situazioni familiari difficili che sono stati affidati ai due responsabili della struttura dai servizi sociali. Un'udienza interlocutoria visto che il processo vero e proprio, con la sfilata dei testi, inizierà a giugno. A formulare le accuse nei confronti di Renato Campagnolo e Daniela Bavaresco è stato il pm Valeria Sanzari, titolare delle indagini scaturite dalla segnalazione, nel febbraio 2013, di una dottoressa dell'Ulss 15 Alta Padovana. Acquisite a sommarie informazioni le ricostruzioni di quattro bambini di circa 10 anni (le presunte vittime delle violenze), è stato formalizzato il capo d'imputazione in cui si parla di vessazioni fisiche e psicologiche dovute all'iperattività dei ragazzi, alla violazione delle regole di condotta o semplicemente ai brutti voti conseguiti a scuola. Ad esempio sarebbero stati costretti a mangiare sapone o a inginocchiarsi sui sassi come forma di punizione. I due imputati, difesi dagli avvocati Fabio Pavone e Manuela Turcato, hanno sempre negato con forza ogni accusa, tanto da decidere di affrontare il processo per dimostrare la propria innocenza. La linea difensiva è chiara: in primo luogo accertare se gli episodi contestati si siano effettivamente verificati, e in secondo luogo (qualora trovassero fondamento le accuse della procura) capire se le condotte tenute siano penalmente rilevanti o se rientrino in un normale metodo di educazione nei confronti di bambini particolarmente indisciplinati.