Le accuse: associazione per delinquere finalizzata alla frode assicurativa
MAXI-TRUFFA ALLE ASSICURAZIONI: RINVIATE A GIUDIZIO 37 PERSONE
Un giro d'affari da oltre 20 milioni di euro per la banda di nigeriani
TREVISO – (gp) Sono stati necessari quasi tre anni di indagini e altrettanti per ricostruire i fatti e arrivare a spedire i presunti responsabili a processo per una maxi truffa alle assicurazioni da oltre 20 milioni di euro. Il primo verdetto pronunciato dal gup Umberto Donà riguarda il rinvio a giudizio di 37 persone, tutte di origini nigeriane, e lo stralcio di altri 5 loro connazionali che al momento sono irreperibili, in modo da bloccare i termini della prescrizione e confidare di scovarli per mandarli di fronte al giudice. Il processo, chiesto dal pm Valeria Sanzari, titolare del fascicolo aperto dall'allora procuratore capo Antonio Fojadelli, inizierà a maggio. Tutti sono chiamati a rispondere del reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode e alla truffa ai danni delle assicurazioni. L'indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Treviso, aveva portato all'arresto di 24 persone (tra custodie cautelari in carcere e arresti domiciliari) e alla denuncia a piede libero di 480 complici che facevano le “comparse” negli incidenti stradali e poi chiedevano soldi per presunti danni fisici subiti. Circa 500 i sinistri inscenati dalla banda, un centinaio quelli avvenuti fuori provincia per cui procederanno le Procure competenti. L'organizzazione aveva base a Treviso ma col tempo ha portato la propria attività delittuosa in tutto il Veneto, sforando i confini regionali per arrivare in Emilia Romagna e nelle Marche. Cifre stratosferiche quelle scoperte dagli inquirenti: 13 milioni 500 mila spillati alle assicurazioni, altri 6 milioni e 700 mila di consulenze e rivalse Inail, e 600 mila per la sanità (ambulanze, visite mediche e radiografie). Le vittime, "responsabili" degli incidenti, hanno invece sborsato 585 mila per le spese di riparazione della loro auto, a cui vanno aggiunti l'aumento del bonus malus e dei premi assicurativi. Il sistema era semplice: i nigeriani, assieme ai complici che viaggiavano nelle stesse auto, provocavano incidenti ad arte, ad esempio facendosi tamponare. Poi, definite le pratiche per le assicurazioni, arrivavano le richieste di indennizzo da parte dei passeggeri, tutti finiti al pronto soccorso con colpi di frusta, stiramenti, mal di testa e contusioni varie.