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VAJONT: "RICORDARE PER ASSUMERE UN IMPEGNO CIVILE RINNOVATO"
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Reportage
LE INTERVISTE DI RADIO VENETO UNO

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Le nostre interviste andate in onda al termine del Giornale Radio Da questi link è possibile ascoltare e scaricare le interviste e i nostri approfondimenti andati in onda al termine del Giornale Radio ANTONELLO PEATINI Presidente provinciale FNAARC- ConfcommercioSTEFANO...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/353: UOMINI & DONNE, SETTIMANA DI GRANDI TORNEI

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STATI UNITI - Questa settimana il PGA si sdoppia, mette in campo il World Golf Championships a Bradenton in Florida, e il Puerto Rico Open a Rio Grande in Porto Rico. Oltre a questi due, ad attrarre l’attenzione c’è il secondo evento stagionale del massimo circuito americano...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/352: FINALE A SORPRESA AL GENESIS, HOMA VINCE AL SUPPLEMENTARE

Il beniamino di casa supera all''ultimo giro Burns, sempre in testa


LOS ANGELES (USA) - Era alla 95esima edizione questo torneo del PGA Tour, a cui hanno partecipato ben otto tra i migliori dieci giocatori al mondo. Si è disputato al Riviera Country Club, nel Temescal Gateway Park, situato entro i confini della città di Los Angeles; un territorio...continua

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"Bisogna insegnare ai giovani a prendere in mano il futuro con un'etica di rispetto"

VAJONT: "RICORDARE PER ASSUMERE UN IMPEGNO CIVILE RINNOVATO"

La testimonianza di Umberto Olivier che il 9 ottobre 1963 perse la sua famiglia


LONGARONE - Ricade oggi il doloroso anniversario di una delle tragedie più grandi del nostro Paese, il disastro del Vajont che costò la vita a 1.917 persone. Sono passati 51 anni dalla sera del 9 ottobre 1963, quando un enorme masso si staccò dal crinale del Monte Toc per precipitare nelle acque del bacino artificiale idroelettrico. L'enorme ondata che ne segui superò le sponde della diga del Vajont e si abbatté nei villaggi a valle, tra cui Longarone e Erto, che vennero letteralmente spazzati via con i loro abitanti.
Umberto Olivier, di Longarone, all'epoca 20enne appena trasferito a Milano per lavorare, ci racconta la sua drammatica testimonianza.
“Posso parlare a questa radio perché il 9 ottobre 1963 io ero a Milano, 20enne perito minerario al suo primo lavoro. Quindi Milano è stata la mia città salvifica. A Longarone ho perso papà, mamma e sorella. Papà e mamma non sono mai più stati trovati. Di prima mattina una telefonata amica mi disse che al Vajont era caduto un grande masso, poi ci sono state le prime informazioni alla radio, verso le 7.00-7.30. Le notizie erano ancora molto confuse ma avevo capito che era successo la fine del mondo, perché a Longarone è veramente successa la fine del mondo.
Erano risaputi i pericoli che c'erano al Vajont, purtroppo non si ebbe riguardo delle vite in pericolo. (…) Una delle parole su cui riflettere è "responsabilità". Li c'è stata una fuga totale a tutti i livelli. L'unica voce di verità era stata quella di Tina Merlin, una giornalista con estrema lucidità, grande coraggio e grande etica di servizio informativo, aveva scritto su l'Unità, ben due anni e mezzo prima dall'immane tragedia, dei pericoli che c'erano. (…)
Ricordare il Vajont oggi vuol dire assumere un impegno civile rinnovato. E' questo il messaggio che io do ai giovani: prendete in mano il vostro futuro con un'etica di rispetto delle relazioni umane, delle relazioni sociali, se no la situazione del nostro tempo non migliorerà.