Il 68enne di Montebelluna è stato citato direttamente a giudizio per diffamazione
CRITICHE ALLA SENATRICE PUPPATO, CECCHINI SCEGLIE L'ABBREVIATO
Sotto accusa alcuni testi ritenuti offensivi e inviati a riviste online e blog
MONTEBELLUNA – (gp) Le accuse a carico di Francesco Cecchini sono ancora tutte da provare. L'uomo, romano di nascita ma residente a Montebelluna, dopo essere stato raggiunto da una citazione diretta a giudizio per diffamazione in seguito a una querela sporta dalla senatrice del Pd Laura Puppato, non ha cercato la via del patteggiamento ma ha deciso di essere giudicato con rito abbreviato. Una scelta processuale, sostiene l'avvocato Gino Zambianco, difensore di Cecchini, dipesa dalle lacune, imprecisioni e omissioni del capo d'imputazione. Il rito infatti, oltre a garantire lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna, permette di celebrare il processo basandosi sugli elementi di prova contenuti nel fascicolo. Prove che secondo la difesa sottolineerebbero non solo come le condotte contestate a Cecchini non risultino affatto diffamatorie, ma farebbero emergere l'innocenza di Cecchini. Secondo la Procura trevigiana gli articoli, solo un paio quelli incriminati (e non i testi diffusi tra settembre 2012 e dicembre 2013), sarebbero invece andati oltre il diritto di critica politica, sconfinando appunto nel reato di diffamazione. Comunicazioni che sarebbero apparse online su riviste e blog e inviate nelle caselle di posta dei segretari del Pd della provincia, di alcuni parlamentari e dei compagni di partito dell'ex primo cittadino. Stando alle accuse l'uomo avrebbe tacciato Laura Puppato di opportunismo politico, di carrierismo e di aver ottenuto la carica di senatrice come premio da Bersani per essersi candidata alle primarie ed avergli in questo modo consentito di primeggiare su Renzi. Cecchini, una volta ricevuta la querela della senatrice, l'aveva invitata a valutare correttamente la valenza politica della denuncia chiedendole di ritirarla e di confrontarsi con lui sul piano del dibattito politico. Nel capo d'imputazione inoltre Cecchini non viene mai definito uno stalker: era stata la Puppato a definirlo in tal senso rispondendo alle domande sul perchè avesse deciso di sporgere querela.