Un 53enne di Quinto di Treviso giudicato colpevole del reato di procurato allarme
ANNUNCIA IL SUICIDIO MA ERA UN PESCE D'APRILE: CONDANNATO
Ha rimediato 15 giorni di arresto, convertiti in 3750 euro di ammenda
QUINTO DI TREVISO – (gp) Un “pesce d'aprile” in cui annunciava l'intenzione di suicidarsi è costato carissimo a un 53enne di Quinto di Treviso. Finito a processo per rispondere del reato di procurato allarme, l'uomo è stato condannato a 15 giorni di arresto convertiti dal giudice in 3.750 euro di ammenda. Poteva andare molto peggio visto che il pm, al termine della requisitoria, aveva ipotizzato una pena finale di due mesi di arresto che si sarebbero tradotti in una multa da 15 mila euro. A conti fatti è andata tutto sommato bene all'imputato, che il primo aprile del 2013, che l'anno scorso coincideva con il lunedì di Pasquetta, alle 8 del mattino aveva pensato bene di chiamare i vigili del fuoco annunciando che si sarebbe tolto la vita gettandosi nel Sile a Quinto di Treviso. Uno scherzo di pessimo gusto che ha fatto scattare subito le ricerche di quel fantomatico suicida. Il territorio di Quinto è stato passato al setaccio dai carabinieri della stazione di Zero Branco i quali, dopo aver analizzato i tabulati telefonici, avevano rintracciato l'aspirante suicida che stava tranquillamente facendo colazione al bar. Il 53enne aveva inizialmente cercato di fare "lo gnorri" ma poi, messo alle strette, aveva dovuto ammettere le proprie responsabilità costringendo i militari a denunciarlo per procurato allarme.