Sotto accusa per l'ipotesi di reato di frode assicurativa un noto allevatore di cani
MORTE NATURALE "MASCHERATA" DA INCIDENTE: ORA VUOLE RISARCIRE
Avrebbe chiesto 40 mila euro per il decesso di un Dogo Argentino
TREVISO – (gp) Non solo un processo a Treviso per frode assicurativa e falso, ma ora anche una segnalazione alla Procura di Padova per la presunta somministrazione di vaccini ai suoi animali senza avere i titoli per farlo, che nel peggiore dei casi potrebbe tradursi nella contestazione dell'ipotesi di reato di esercizio abusivo della professione medica (nello specifico veterinaria).
Nei guai si trova A.B., 45enne padovano titolare dell'allevamento di cani White Dragon. Nel procedimento penale che lo vede imputato a Treviso, difeso dall'avvocato Martina Pinciroli, è accusato assieme ad altre due persone, di aver chiesto un risarcimento di 40 mila euro per la morte di Mancha Verde Pampas, uno splendido esemplare plurititolato di Dogo Argentino, deceduta per una setticemia quand'era incinta di 15 cuccioli. Il danno chiesto alla Axa Assicurazioni prevedeva 10 mila euro per la madre e 2 mila euro per ognuno dei suoi cuccioli.
L'uomo, che ha ottenuto un rinvio dell'udienza preliminare per formalizzare un risarcimento, secondo l'accusa avrebbe mentito sulle reali cause della morte presentando una falsa dichiarazione di incidente: i due coimputati avrebbero infatti dichiarato uno di aver investito il cane il 30 aprile 2013, e l'altra di aver assistito alla scena. Il responsabile dell’ufficio antifrodi di Axa, come da prassi, una volta ricevuta la richiesta di risarcimento ha avviato un’indagine sul sinistro, scoprendo così sulla pagina Facebook del 45enne un necrologio dedicato al cane. Il post risaliva però al 17 aprile, ovvero 13 giorni prima del presunto incidente. Da qui la contestazione di frode assicurativa.
L'accusa di falso invece, secondo gli inquirenti, deriverebbe dal fatto che nella denuncia i tre avrebbero prodotto anche un certificato contraffatto relativo all’autopsia effettuata sull’animale, omettendo le cause della morte e falsificando le firme del medico che l’aveva eseguita e della responsabile del Servizio di Anatomia Patologica dell’Università di Padova.
Nel corso delle indagini svolte dalla Guardia Forestale di Padova, il pm De Donà avrebbe poi scoperto che il 45enne avrebbe somministrato i vaccini agli animali non avendone il titolo, essendo operazioni “riservate” ai veterinari. Motivo per cui gli atti sono stati inviati alla procura patavina per le opportune verifiche: se le ipotesi dovessero trovare conferma, si aprirebbe così una seconda indagine per esercizio abusivo della professione medica.