TREVISO - Intanto la morsa del maltempo non si ferma: a causa delle intense precipitazioni nel bellunese il Piave è cresciuto in modo preoccupante, nel corso della giornata di ieri, di circa un metro l'ora. La piena del corso d'acqua nel trevigiano era prevista per le ore 12 di oggi. Interessati i territori dei Comuni di Ponte di Piave, Salgareda, San Biagio di Callalta (in particolare le frazioni di Sant'Andrea di Barbarana e Fagarè) e Zenson: sono circa una cinquantina le abitazioni che potrebbero essere sgomberate nelle prossime ore dagli uomini della protezione civile e dei vigili del fuoco.
Nel primo pomeriggio, dopo il superamento della fase più critica (altezza massima del Piave) alle ore 12,00, presso il Municipio di Ponte di Piave si sono riuniti i tecnici coinvolti nell'emergenza, insieme ai sindaci di Ponte di Piave, Breda di Piave, Salgareda, Zenson di Piave e San Biagio di Callalta; per la Provincia di Treviso, hanno partecipato all'incontro anche il presidente Leonardo Muraro e l'assessore di comparto, Mirco Lorenzon.
«Per ora stiamo continuando a monitorare sia le piogge, nella speranza che smettano nel Bellunese, sia il livello del Piave, che sta lentamente scendendo all'altezza dello sbarramento di Busche - ha spiegato al termine della riunione il sindaco pontepiavense, Paola Roma - Dalle 16 ci sarà l'inversione della marea, quindi il mare comincerà a non ricevere più l'acqua del fiume e sarà un momento delicato e da tenere sotto controllo per tutti i Comuni rivieraschi». Continua intanto l'evacuazione delle famiglie che abitano in golena, nei vari paesi che si affacciano sul fiume "sacro alla Patria": «Stiamo raggiungendo tutte le case, cercando ospitalità temporanea per gli sfollati presso le strutture di zona (come le case di riposo) e i parenti di chi abita nelle zone a rischio - ha detto ancora Roma - . Il Genio Civile ha comunque predisposto che fino alla giornata di sabato non vengano aperte le chiuse che farebbero uscire l'acqua anche al di fuori degli argini, invadendo i campi e le case circostanti. Nelle prossime ore saremo in grado di dare ulteriori aggiornamenti».
Sernaglia: situazione nella norma grazie alle casse di espansione
Le intense precipitazioni di questi giorni stanno interessando ovviamente anche il territorio comunale di Sernaglia della Battaglia dove però non si registrano gravi disagi, se non quelli fisiologici, anche grazie al buon funzionamento delle casse d'espansione realizzate al confine tra i Comuni di Sernaglia e Farra di Soligo. L'opera, curata dal Consorzio di Bonifica Piave con un contributo regionale, anche se non ancora inaugurata svolge già la propria funzione tutelando il centro di Sernaglia da possibili esondazioni. Continuano e continueranno fino a cessate esigenze i monitoraggi del territorio da parte dell'Amministrazione comunale, che tranquillizza la cittadinanza anche per la situazione venutasi a creare all'anfiteatro all'aperto di Falzè di Piave, in parte sommerso dall'acqua del fiume sacro alla Patria, ingrossato proprio a causa delle piogge. Una novità (l'anfiteatro è stato inaugurato il 27 settembre scorso) che sta creando allarmi e polemiche ingiustificate sui social network. “Siamo perfettamente consapevoli che l'area dove ora sorge l'anfiteatro all'aperto può finire sott'acqua, anzi davamo per scontato che succedesse – ricorda il sindaco Sonia Fregolent – non a caso la piattaforma è stata costruita con fori nella platea per consentire all'acqua di uscire da sotto ed evitare che il manufatto si “sollevi”. La nostra area golenale, in cui non si trovano abitazioni, è sempre stata rispettata. E da sempre sappiamo che la zona di Passo Barca è soggetta ad allagamenti. Per questo motivo le opere realizzate in sedime sono state fatte tenendo conto di questa eventualità. Ecco perché troviamo infondate e denigratorie le accuse di avere sperperato denaro pubblico”. Il giorno dell'inaugurazione dell'anfiteatro, davanti a circa 200 persone, il rappresentante degli studenti del “Casagrande” che collaborarono alla realizzazione del luogo di ritrovo spiegò a chiare lettere che “l'opera presenta una pendenza verso il corso del Piave così da garantire, in caso di esondazioni del fiume, un deflusso naturale delle acque senza ristagni”.