Processo al via a dieci anni di fatti dopo una battaglia sulla competenza territoriale
RAGAZZE SFRUTTATE E STUPRATE NEL NIGHT "SIBILLA": IN TRE IN AULA
Tre le presunte vittime: tutte romene, avevano tra i 23 e i 19 anni
POVEGLIANO – (gp) A distanza di dieci anni dai fatti contestati, si è aperto in tribunale a Treviso il processo a carico di tre persone accusate a vario titolo di sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale. Alla sbarra, difesi dagli avvocati Ivana Taschin, Guido Galletti e Catia Salvalaggio, sono finiti Marcello De Marchi, 45enne di Istrana, Hysni Disha, 32enne albanese di Durazzo residente a Povegliano, e Zudi Dautoski, 40enne macedone di Dehar residente a Bassano del Grappa.
A rallentare l'inizio del procedimento penale (destinato comunque alla prescrizione) era stato un conflitto di competenze territoriali tra il tribunale di Treviso e quello di Tolmezzo (poi accorpato a Udine) che ha visto il pronunciamento della Corte Costituzionale per capire dove dovessero essere processati gli imputati. Dopo dieci anni, il fascicolo a carico dei tre è stato scorporato: a Treviso verranno giudicati i reati di sfruttamento della prostituzione e di violenza sessuale, a Udine quello di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Nello specifico, di fronte ai giudici trevigiani, De Marchi e Dautoski sono accusati di sfruttamento della prostituzione per aver reclutato due ragazze romene di 30 e 33 anni (all'epoca dei fatti ne avevano 20 e 23) per farle prostituire all'interno del night club “Sibilla” di Cornuda. Il primo in qualità di gestore del locale, il secondo in qualità di intermediario, secondo la Procura avrebbero regolato il flusso dei clienti e si sarebbero fatti consegnare da loro, prima di consumare i rapporti sessuali nei privè del locale, somme variabili che oscillavano comunque sui 100 euro l'ora.
De Marchi è anche accusato di violenza sessuale per aver, in una sola occasione, immobilizzato l'allora 20enne e averla costretta a subire un rapporto sessuale completo. Accusa simile a quella contestata a Disha: secondo la procura, dopo aver picchiato una terza ragazza all'epoca 19enne, e aver abusato delle condizioni di soggezione fisica e psichica della giovane, l'avrebbe in più occasioni costretta a subire rapporti sessuali non protetti. Accuse che gli imputati contestano negando ogni addebito. Si torna in aula a metà maggio.