Il Riesame accoglie il ricorso della Procura contro la scarcerazione di tre indagati
FURTI IN CASA: ANNULLATA LA DECISIONE DEL GIP MASCOLO
Secondo il giudice, che convalidò l'arresto, non c'era gravità indiziaria
CONEGLIANO - (gp) La prima battaglia della guerra tra il terzo e il secondo piano del Palazzo di Giustizia di Treviso si è chiusa a favore della Procura. Il Tribunale del Riesame ha infatti accolto il ricorso presentato dal Procuratore Michele Dalla Costa annullando il provvedimento emesso dal gip Angelo Mascolo in merito alla scarcerazione di tre dei cinque albanesi arrestati dai carabinieri di Conegliano perchè considerati parte di una banda dedita a furti e rapine in casa.
Il riesame, dando ragione alla Procura di Treviso, ha inoltre emesso un mandato di cattura a carico degli indagati. Provvedimento che la difesa, rappresentata dall'avvocato Fabio Crea, potrebbe comunque impugnato di fronte alla Corte di Cassazione. Il giudice, dopo aver convalidato l'arresto il 31 ottobre scorso, aveva stabilito che in mancanza di gravità indiziaria dovessero essere scarcerati Sirjan Brahelika, Alfred Kadiu e Genc Hysbajrami, ovvero i tre presunti complici, secondo le forze dell'ordine, di Blenari Gjinai, ritenuto il responsabile della rapina ai danni di un 66enne di Santa Lucia di Piave e che era stato riconosciuto dalla stessa vittima. Gjinai aveva infatti agito a volto scoperto, spingendo a terra il pensionato che si procurò la frattura di un femore cadendo su un pozzetto in cemento.
In parallelo, perchè arrestato in flagranza di reato, era stato trattato anche il caso del presunto “basista” della banda, un operaio residente a Pieve di Soligo trovato in possesso di 130 grammi di cocaina. Il giudice, per lui, aveva disposto il solo obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Secondo gli inquirenti, la “banda” era arrivata clandestinamente nella Marca nei primi giorni di ottobre e si nascondeva in un appartamento di Refrontolo. Per l'accusa nel giro di qualche settimana avrebbero razziato decine di abitazioni nella Sinistra Piave, tra Valdobbiadene e Oderzo e la refurtiva veniva ricettata e "monetizzata" in alcuni compro-oro del coneglianese.
“Siamo soddisfatti del risultato perchè è stato stabilito che la Procura e i carabinieri hanno lavorato bene – ha affermato il procuratore Michele Dalla Costa – Ora il problema sarà riuscire a riportare in carcere gli indagati su cui pende il mandato di cattura”.