Interrogazione della senatrice Bisinella: "Bloccato il comparto e penalizzati i pazienti"
TARIFFE FERME DA 15 ANNI, PAGANO UTENTI E PRODUTTORI DI ATTREZZI PER DISABILI
Il "Nomenclatore" di prezzi e tipologie, non è aggiornato dal 1999
Il Nomenclatore Tariffario, documento che stabilisce la tipologia e le modalità di fornitura di protesi e ausili a carico del Servizio Sanitario Nazionale, non viene aggiornato dal 1999: un’enormità di tempo per un settore tecnologico ed in evoluzione come quello degli ausili per disabili, con effetti pesanti per quest’ultimi, per le ditte produttrici, molte delle quali in Veneto, oltre che per le casse dello Stato. Per questo la senatrice Bisinella ne richiede non solo l’aggiornamento, ma il completo ripensamento.
"I problemi del Nomenclatore sono tutti riconducibili al suo mancato aggiornamento, ovvero al fatto che da ben quattordici anni riporta le medesime tipologie di protesi e ausili, con relativi prezzi – sottolinea Bisinella nella sua interpellanza -. È chiaro che ciò che poteva essere all’avanguardia nel 1999 al giorno d’oggi possa essere considerato assolutamente superato. Le parti chiamate in causa non sono solo quelle degli utenti: a essere interessato da questo blocco è un intero comparto, che comprende anche rivenditori e produttori, oltre che lo stesso Stato".
"Se un paziente ha bisogno di una carrozzina "fruibile", valutata come idonea alle sue esigenze dal medico, potrebbe essere costretto a pagare di tasca propria la differenza di costo rispetto alla tariffa prevista per quell’ausilio dal Nomenclatore – puntualizza Bisinella -. È una scelta che non tutti, economicamente parlando, possono prendersi il lusso di sostenere".
Lo conferma lo stesso Gianfranco Pivato. "Le carrozzine, ma in generale molti altri ausili per disabili – spiega – vengono elaborati su misura dell’utente. Basti pensare, ad esempio, che noi produciamo un modello di carrozzina che può avere ben 4 milioni di combinazioni. È chiaro che la carrozzina base fornita per il trasferimento in ospedale che può costare anche solo 3/400 euro è completamente diversa da quella in cui l’utente sta seduto tutto il giorno, il quale ha bisogno di una posizione adeguata e di assetti particolari. Questo seconda tipologia può arrivare a costare anche 5mila euro, ma in base al Nomenclatore la cifra massima che può essere garantita è di 1.600 euro".
"Si parla di salute e non ha senso applicare una spesa standard al ribasso sulla pelle dei cittadini – prosegue Bisinella -. Si può risparmiare a livello di spesa pubblica e si può allo stesso tempo rendere un servizio migliore ai disabili. I produttori hanno presentato un repertorio di ausili da inserire nel Nomenclatore, darebbe la possibilità di certificare e controllare tutti i prodotti, dando la trasparenza che al momento manca e garantendo acquisti più mirati a livello pubblico, con minori sprechi di risorse che potrebbero invece essere destinate ad agevolare gli stessi disabili nell’acquisto degli ausili".