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AUDIO De Biasi: "Volano di sviluppo per un nuovo turismo e per il territorio"
A PIEDI, IN BICICLETTA, A CAVALLO PER RISCOPRIRE E VALORIZZARE IL PIAVE
L'Osservatorio del paesaggio progetta 150 km di percorsi in golena
Autore del progetto, l'Osservatorio per il peasaggio del medio Piave, ente che riunisce tredici comuni rivieraschi.
Gli itinerari, lineari e a circuito, correranno su piste inerbate utilizzando in prevalenza argini dismessi, in gran parte demaniali (in questo modo verrà aggirato il complesso problema degli espropri), non troppo vicini al corso d'acqua vero e proprio, per salvaguardare flora e fauna, ma attraversando comunque ambienti di grande suggestione e valore paesaggistico. Non solo, verranno realizzate quindici riviere, dove saranno posizionati punti tappa per fornire informazioni e assistenza alle persone, ai mezzi ed ai cavalli ed anche con la possibilità di balneazione nel fiume. Allo scopo sono stati individuati i cosiddetti ex “campi solari”, quelle aree dove, durante il Fascismo, il regime inviava i ragazzini del luogo a prendere bagni di sole per beneficiare delle proprietà terapeutiche. Altra curiosità: i servizi saranno ospitati in strutture costruite sul modello delle baracche utilizzate come ricovero dei soldati durante il primo conflitto mondiale, sulla riva destra quelle italiane, sulla riva sinistra quelle dell'esercito austriaco. Il tema della Grande guerra e dell'ormai prossimo centenario, infatti, naturalmente, non è secondario nel progetto: le piste attraverseranno gli scenari delle decisive battaglie combattute in questi luoghi.
L'obiettivo è stimolare una nuova forma di turismo “dolce” e basso impatto, sempre più diffuso soprattutto nei paesi dell'Europa centro-settentrionale. E questo, a sua volta, potrà fare da volano per un ampio indotto e nuove iniziative imprenditoriali.. “Il Piave, del resto, è un nome conosciuto il tutto il mondo”, conferma Graziano De Biasi, presidente dell'Osservatorio. Il Piave, nei secoli spesso elemento di separazione tra le comunità, diventerà elemento di unione. Ma il piano non si ferma al solo tratto trevigiano: l'idea, spiega De Biasi, insieme al direttore dell'ente, Giuseppe Dalla Torre, è, anzitutto, di completare il percorso dalle sorgenti al mare. Non solo, questi tracciati potranno collegarsi, ad esempio alla Treviso Ostilia o ad un asse verso Est lungo la Valcavasia e, soprattutto inserirsi nella rete europea degli itinerari ciclopedonali e dei grandi cammini.
Vi riproponiamo l'intervista integrale a Graziano De Biasi e Giuseppe Dalla Torre, presidente e direttore dell'Osservatorio per il paesaggio del Medio Piave, andata in onda nel corso di Buongiorno Veneto Uno.