Condannato il 64enne di Saletto: avrebbe abusato della figlia di un suo ex socio
NUOVI GUAI PER ROBERTO COLETTO: 2 ANNI PER MOLESTIE SESSUALI
L'uomo, per reati legati alle sue attività , ha rimediato diverse condanne
Coletto, come lui stesso ha sottolineato in aula nel corso dell'esame di fronte alla corte, ha riconosciuto gli sbagli commessi in passato sostenendo di aver pagato per quello che ha fatto dopo aver rimediato condanne per quasi 14 anni di carcere (soprattutto per bancarotta), molti dei quali scontati agli arresti domiciliari. E proprio mentre si trovava agli arresti domiciliari nella sua casa di Saletto di Breda di Piave si sarebbero verificati i fatti contestati.
L'ex socio, che si trovava in gravi difficoltà economiche con la sua azienda che operava nel settore del mobile, era entrato in affari con Coletto che gli aveva prospettato la possibilità di risollevarsi grazie al patrimonio che l'uomo aveva messo da parte. Come raccontato dall'uomo, per aiutare Coletto a livello informatico (leggere le mail o mantenere i contatti con fornitori, clienti e avvocati) dal primo luglio 2013 nella casa di Saletto avrebbe iniziato a lavorare la figlia 16enne dell'ex socio. Per tre settimane tutto sarebbe andato liscio, ma a fine luglio, come raccontato dalla stessa vittima in aula, sarebbero cominciate le avances.
All'inizio si sarebbe trattato soltanto di complimenti (“sei bellissima”, “ma che bel fisico che hai”, “sembri più grande rispetto alla tua età”, ecc.), poi però Coletto si sarebbe spinto oltre. La giovane, in lacrime, ha raccontato a pm e giudici che Coletto in tre occasioni l'avrebbe presa per i fianchi, l'avrebbe baciata sul collo e, stringedola a sé, le avrebbe toccato il sedere e le parti intime. Condotte rimaste nascoste per un paio di settimane, finché la giovane raccontò tutto a suo padre e alle forze dell'ordine, che fecero scattare le indagini.
Il 64enne ha sempre negato gli episodi contestati, sostenendo anzi che la denuncia per molestie sessuali sarebbe stata una sorta di ritorsione nei suoi confronti quando i rapporti tra i due ex soci si sarebbero incrinati. Versione a cui i giudici non hanno creduto, stabilendo l'attendibilità delle dichiarazioni della vittima e rifilando un'altra condanna a Coletto.