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AUDIO - L'istituto da 12 anni a Treviso: intervista al direttore Paolo Toniolo
BANCA ETICA, UN'ALTRA FINANZA NON SPECULATIVA È POSSIBILE
Investimenti trasparenti e all'economia reale, con sofferenze al 2%
Quasi 37mila soci, 17 filiali in tutta Italia, più una inaugurata di recente a Bilbao, in Spagna, circa 900 milioni di raccolta ed oltre 780 di impieghi, Banca Etica è una realtà ormai consolidata. Ma quali peculiarità la distinguono da altri istituti? Innazittutto, spiega Paolo Toniolo, direttore della filiale di Treviso, la trasparenza: “Banca Etica dice dove vanno i soldi dei risparmiatori: è l'unica a comunicare nomi dei destinatari, importo e motivazioni di tutti gli impieghi”.
Fondata per sostenere il cosiddetto “terzo settore”. cooperative, associazioni e fondazioni, cioè realtà che hanno delle finalità sociali, si sta aprendo anche ad imprese “profit”, purchè nei prodotti realizzati o nei processi messi in atto si possa riscontrare un positivo valore sociale per la collettività. Questo è il secondo pilastro. Terza caratteristica, il microcredito: “Siamo primi in Italia nell'erogato in questo ambito. Si tratta di piccoli prestiti, di poche migliaia di euro, volti a finanziare persone alla ricerca di una nuova opportunità, perchè magari non hanno avuto fortuna nella loro attività precedente. Operazioni non particolarmente remunerative, e per questo pochissimo praticate da altre banche, ma con un'elevata valenza sociale”. E proprio la ricaduta sociale è un paramentro a cui la banca guarda con attenzione: “Un'apposita ricerca commissionata ad un centro studi specializzato, ha mostrato come quasi la metà dei soggetti finanziati dalla banca in precedenza avessero subito un diniego da altri istituti – ribadisce Toniolo -. Questo significa aver comunque sostenuto il territorio, portato avanti progetti, dato lavoro”. Ma Banca Etica non è comunque un ente assistenziale, ma una vera banca: lo confermano le sofferenze, al 2%, contro una media del sistema intorno al 7%