Alla sbarra un magrebino di 30 anni residente in comune del montebellunese
PICCHIA LA MOGLIE E IL FIGLIO NEONATO: PATTEGGIA DIECI MESI
L'uomo, in carcere, ha chiesto i domicliari con braccialetto elettronico
MONTEBELLUNA – (gp) Il primo gennaio scorso era finito in manette per aver picchiato la moglie e il figlio di appena 6 mesi perchè, secondo gli inquirenti, non era pronta la cena. L'uomo, un 30enne magrebino da anni residente in un comune del montebellunese, ha raggiunto un accordo con la Procura e ha patteggiato per l'accusa di lesioni 10 mesi di reclusione. La difesa, visto che l'uomo è tutt'ora in carcere, ha presentato istanza di scarcerazione: la proposta prevede gli arresti domiciliari in un'abitazione diversa da quella in cui risiedono moglie e figlio (il tribunale ha infatti disposto l'allontanamento dalla casa familiare) e l'adozione del braccialetto elettronico per monitorare gli spostamenti del detenuto. I fatti contestati, come detto, risalgono al primo gennaio scorso. Nel tardo pomeriggio il 30ennne ha fatto ritorno a casa ubriaco e, non trovando la cena in tavola, si è scagliato contro la moglie e il bambino. Il piccolo ha rimediato un paio di pugno al volto che gli hanno provocato un trauma oculare. La moglie invece, poco più giovane di lui che ha reagito per difendere il neonato, è stata presa a calci e pugni. Le urla hanno messo in allarme i vicini di casa che hanno chiamato il 112. Una volta giunti sul posto, i carabinieri hanno stretto le manette ai polsi del 30enne.