A sei anni dai fatti due 24enni trevigiani sono stati dichiarati innocenti
RUBA ORO ALLA MADRE E ACCUSA DUE AMICI DI AVERLI RIVENDUTI
Erano entrambi chiamati a rispondere del reato di ricettazione
TREVISO – (gp) Erano accusati di ricettazione perchè, secondo l'accusa, avrebbero rivenduto i gioielli che un'amica di 15 anni aveva rubato alla madre per comperarsi droga: cocaina, ecstasy e chetamina. A distanza di più di sei anni dai fatti contestati due ragazzi di 24 anni, entrambi residenti a Treviso e difesi dagli avvocati Roberta Canal e Alessandra Nava, sono stati assolti con formula piena perchè il fatto non sussiste. Gli episodi costati la citazione a giudizio dei due giovani risalgono al 2008 quando una donna, temendo che il suo bancomat fosse stato clonato, presentò una denuncia in questura dopo aver notato dei prelievi sospetti sul suo conto corrente, per un totale di mille euro in appena due settimane. Nel giro di qualche giorno la squadra mobile di Treviso scoprì che a effettuarli non era stato qualche balordo ma la figlia della vittima stessa, che all'epoca aveva appena compiuto 15 anni. A incastrare la minorenne furono le immagini delle telecamere collocate allo sportello automatico in cui si vedeva la ragazza digitare il codice segreto e ritirare le banconote. La giovane, una volta scoperta, si giustificò dicendo che quei soldi le servivano per rifornirsi di droga, rivelando inoltre di aver rubato alcuni preziosi prelevati dalla cassaforte di famiglia: una decina di anelli e una collana di perle che valevano però circa 15 mila euro. Gioielli che sarebbero stati consegnati, a suo dire, ai due amici per essere venduti a dei compro oro per recuperare altro denaro. Dichiarazioni che fecero scattare le indagini a carico dei ragazzi finiti poi a processo per ricettazione. Il pm aveva chiesto la condanna a due anni per il primo, a un anno e otto mesi per il secondo. Ma i fatti contestati in realtà non si sarebbero mai verificati.