TREVISO - Con il prossimo 31 marzo terminerà il sistema delle quote latte, per passare alla liberalizzazione della produzione. Un ulteriore stravolgimento per un settore, quello lattiero-caseario, già alle prese con forti difficoltà dovute a prezzi di vendita alla stalla ormai inferiori ai costi di produzione. Gli allevatori trevigiani e veneti sono sul piede di guerra. Il punto della situazione è stato fatto in un convegno organizzato nella sede di Confagricoltura Treviso. “Le quote dovevano garantire la tenuta dei prezzi, non è stato così – sottolinea Fabio Curto, referente del comparto per Confagricoltura Veneto -. Ora si passa al libero mercato, cosa di per sé non negativa, ma, a meno di due mesi dall’entrata in vigore, restano ancora molti interrogativi. In Veneto abbiamo
prodotti di eccellenza e competenze professionali, ma scontiamo una politica poco lungimirante che non ci ha messo in condizione, per tempo, di affrontare questo sistema”.
Produrre un litro di latte costa non meno di 40 centesimi, a fronte dei 35-36 pagati agli allevatori. Un divario che sta mettendo in ginocchio un settore, composto, in regione, da 3.515 imprenditori, con circa 187mila vacche e che vale il 10% della produzione nazionale, dietro a Lombardia ed Emilia Romagna. Altri paesi, comprese Francia ed Olanda, però, riescono comunque ad arrivare sul mercato a prezzi ancor più bassi, grazie ai costi inferiori. L’unica strada per rimanere competitivi, sottolineano i produttori, è ridurre il peso di tasse, costi dell’energia, adempimenti. Per questo, rivolgono una accorata richiesta alla politica. “Abbiamo costruito un piano di sviluppo rurale che da una parte diminuisce la burocrazia, e che dall’altra aumenta le risorse dirette alle imprese, per investimenti, innovazione, aggregazione da 450 a 850 milioni di euro”, rimarca l'assessore regionale all'Agricoltura, Franco Manzato. Il sottosegretario al ministero della Poliitche agricole, Giuseppe Castiglione ha assicurato che l’obiettivo del governo è rimettere al cento l’impresa agricola: “Non vogliamo tornare alle quote, ma occorre capire come affrontare l'eccesso di produzione: per questo da mercoledì si aprirà un tavolo con i vari attori del settore”.