Treviso, sabato assemblea degli imprenditori di Confartigianato
LA CRISI STRANGOLA L'AUTOTRASPORTO: 400 IMPRESE IN MENO IN DUE ANNI
Padroncini sul piede di guerra contro la concorrenza straniera
Scelte che vanno a incidere su un comparto che a Treviso conta 1.800 imprese che occupano circa 6.000 addetti. Con una preoccupante crisi del settore che ha falcidiato in un biennio 400 realtà. E a essere colpite sono proprio le imprese artigiane del settore che sono più di 1.400, il 6% del totale dell’artigianato trevigiano.
Sulla situazione del comparto e sulle richieste al Governo interviene Cristian Foscarini, presidente Confartigianato Marca Trevigiana Trasporti. "Aumenta sempre più la distanza che separa il Governo dalle esigenze delle imprese dell’autotrasporto. Registriamo purtroppo l’assenza di provvedimenti che contrastino efficacemente la situazione di illegalità che investe il nostro settore derivante dall’abuso della normativa sul distacco trasnazionale degli autisti e dell'auto-delocalizzazione, che vede autisti italiani assunti da aziende di somministrazione straniere, comandati a lavorare in Italia come manodopera "straniera". Fenomeni questi che, uniti alla mancanza di una legge efficace di contrasto al cabotaggio (trasporto fatto in Italia con mezzi immatricolati all’estero) illegale, stanno estromettendo dal mercato le nostre aziende a favore di quelle dell'Est, che hanno condizioni salariali molto più convenienti".
"Il nostro Governo - prosegue Foscarini - dovrebbe adottare misure di protezione del mercato simili a quelle che entreranno in vigore in Francia dove, dopo l'introduzione di pesanti sanzioni per i conducenti che svolgono il riposo settimanale sul camion, si applicheranno le norme sul “salario minimo” anche ai camionisti stranieri che viaggiano sul territorio nazionale per svolgere trasporti internazionali o attività di cabotaggio, al pari della Germania che, da inizio anno, applica la norma. La Finlandia inoltre ha recentemente registrato una sentenza della Corte di Giustizia Europea sull’abuso del dumping sociale attraverso pratiche illegali di distacco transazionale di lavoratori, che ribadisce che sulle questioni salariali vale la normativa del Paese che ospita i lavoratori distaccati"