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Reportage
LE INTERVISTE DI RADIO VENETO UNO

Le Interviste di Radio Veneto Uno


Le nostre interviste andate in onda al termine del Giornale Radio Da questi link è possibile ascoltare e scaricare le interviste e i nostri approfondimenti andati in onda al termine del Giornale Radio ANTONELLO PEATINI Presidente provinciale FNAARC- ConfcommercioSTEFANO...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/353: UOMINI & DONNE, SETTIMANA DI GRANDI TORNEI

Si sono giocati Wgc e PortoRico Open e Gainbridge Lpga


STATI UNITI - Questa settimana il PGA si sdoppia, mette in campo il World Golf Championships a Bradenton in Florida, e il Puerto Rico Open a Rio Grande in Porto Rico. Oltre a questi due, ad attrarre l’attenzione c’è il secondo evento stagionale del massimo circuito americano...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/352: FINALE A SORPRESA AL GENESIS, HOMA VINCE AL SUPPLEMENTARE

Il beniamino di casa supera all''ultimo giro Burns, sempre in testa


LOS ANGELES (USA) - Era alla 95esima edizione questo torneo del PGA Tour, a cui hanno partecipato ben otto tra i migliori dieci giocatori al mondo. Si è disputato al Riviera Country Club, nel Temescal Gateway Park, situato entro i confini della città di Los Angeles; un territorio...continua

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A tre anni dai fatti il killer rimane senza volto, anche se la Procura ha il suo dna

OMICIDIO SIMONETTO: IL FASCICOLO È STATO ARCHIVIATO

Il 49enne di Farra di Soligo venne assassinato il 7 febbraio 2012


PIEVE DI SOLIGO – (gp) Mancava soltanto l'atto formale. Il fascicolo relativo all'omicidio di Emanuele Simonetto è stato archiviato dal gip di Treviso. A poco più di tre anni dal delitto, gli inquirenti non sono riusciti a definire il movente, a trovare l'arma del delitto, ma soprattutto a incastrare l'assassino. Il killer del 49enne di Farra di Soligo, caporeparto dell'Arpa Verniciature di Pieve, ammazzato nella serata del 7 febbraio 2012 nel piazzale dell'azienda in cui lavorava, rimane dunque senza un volto e un nome. A meno che sviluppi futuri e inattesi possano portare alla riapertura del caso. In realtà tutto quello che si poteva fare è stato fatto. Sono state interrogate oltre 300 persone, analizzata ogni singola chiamata effettuata da Simonetto nei due anni precedenti l'omicidio, controllati più di 80 profili di dna tra le centinaia di persone che hanno avuto anche un singolo contatto con la vittima. E poi il capitolo armi: perizie balistiche e tecniche sui frammenti di proiettile trovati nel corpo di Simonetto per poter escludere il maggior numero di fucili che potrebbero aver esploso i colpi, per arrivare a un range di 30 modelli che rimane comunque troppo ampio. Il traguardo però sembrava vicino: tre faldoni di documenti, testimonianze, video delle telecamere di sorveglianza, intercettazioni telefoniche e ambientali avevano (e hanno) bisogno soltanto della “parola chiave” per decriptare una mole immensa di dati. E pensare che il dna del killer è già in possesso degli inquirenti, così come le immagini dell'auto dell'assassino (anche se sgranate) riprese da una telecamera nascosta di un'azienda di via Pascoli, nei pressi della Mistral, sia il giorno dell'omicidio che nei tre precedenti. Si sa che il killer ha fabbricato da solo i proiettili e ha sparato con un fucile da caccia modificato artigianalmente per non far cadere i bossoli. E infine c'è la traccia biologica lasciata sugli occhiali della vittima. Tanti indizi ancora scollegati tra loro, per quello che assomiglia sempre più a un delitto perfetto.