La Corte di Cassazione mette fine alla querelle tra la Procura e il gip Mascolo
"LA BANDA DEI FANTASMI DOVEVA RIMANERE DIETRO LE SBARRE"
Spiccato un mandato di cattura a carico di tre cittadini albanesi
TREVISO – (gp) La "Banda dei fantasmi" doveva rimanere in carcere. A mettere la parola fine tra nella battaglia tra la Procura di Treviso e il gip Angelo Mascolo c'ha pensato la Corte di Cassazione che ha fatto passare in giudicato la sentenza del tribunale del Riesame di Venezia che aveva annullato il provvedimento emesso dal gip di Treviso in merito alla scarcerazione di tre dei cinque albanesi arrestati dai carabinieri di Conegliano perchè considerati parte di una banda dedita a furti e rapine in casa.
Il Riesame, dando ragione alla Procura di Treviso, aveva inoltre emesso un mandato di cattura a carico degli indagati. Provvedimento che la difesa, rappresentata dall'avvocato Fabio Crea, aveva impugnato di fronte alla Corte di Cassazione che l'ha rigettato.
La vicenda risale allo scorso autunno. Il giudice, dopo aver convalidato l'arresto il 31 ottobre, aveva stabilito che in mancanza di gravità indiziaria dovessero essere scarcerati Sirjan Brahelika, Alfred Kadiu e Genc Hysbajrami, ovvero i tre presunti complici, secondo le forze dell'ordine, di Blenari Gjinai, ritenuto il responsabile della rapina ai danni di un 66enne di Santa Lucia di Piave e che era stato riconosciuto dalla stessa vittima. Gjinai aveva infatti agito a volto scoperto, spingendo a terra il pensionato che si procurò la frattura di un femore cadendo su un pozzetto in cemento.
In parallelo, perchè arrestato in flagranza di reato, era stato trattato anche il caso del presunto “basista” della banda, un operaio residente a Pieve di Soligo trovato in possesso di 130 grammi di cocaina. Il giudice, per lui, aveva disposto il solo obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Secondo gli inquirenti, la “banda” era arrivata clandestinamente nella Marca nei primi giorni di ottobre e si nascondeva in un appartamento di Refrontolo. Per l'accusa nel giro di qualche settimana avrebbero razziato decine di abitazioni nella Sinistra Piave, tra Valdobbiadene e Oderzo e la refurtiva veniva ricettata e "monetizzata" in alcuni compro-oro del coneglianese.
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