Accusato di diffamazione, il docente dovrà pagare 900 euro di multa e 5 mila di danni
PRESIDE "OFFESA" SU FACEBOOK: CONDANNATO UN PROFESSORE
Nei post inciriminati non si facevano nomi, ma il destinatario era chiaro
SAN POLO DI PIAVE – (gp) Tre frasi postate su Facebook si sono trasformate prima in un processo per diffamazione per chi le ha scritte, trascinato in tribunale dalla persona offesa, e ora anche in una condanna con tanto di risarcimento danni disposto dal giudice. Sul banco degli imputati era finito un insegnante d'arte in una scuola media di San Polo di Piave. A costituirsi parte civile, chiedendo un risarcimento complessivo di 12 mila euro, è stata invece la preside dell'istituto scolastico all'epoca dei fatti.
Il giudice Michele Vitale, dopo aver invitato le parti nel corso delle precedenti udienze a trovare un accordo economico per cancellare il procedimento penale (strada che sia imputato che parte civile sembravano intenzionati a prendere ma che non è stata poi praticata), al termine dell'istruttoria ha pronunciato una sentenza di condanna: 900 euro di multa e 5 mila euro di risarcimento.
L'imputato, sentito in aula, aveva sottolineato di non aver mai scritto nulla contro la preside, pur rivendicando la paternità di quei tre post incriminati. In quelle poche righe messe in rete sul più famoso dei social network, veniva presa di mira una fantomatica persona. Frasi in cui non si facevano nomi, ma sia la parte civile che anche chi aveva risposto a quei commenti sembravano aver capito benissimo di chi si stesse parlando. E proprio per questo motivo la preside aveva deciso di denunciare l'uomo e trascinarlo in tribunale, essendosi sentita offesa sia a livello personale che professionale.