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AUDIO "Percorso lungo, ma con opportunità , anche per far risalire le azioni"
"FUSIONE PER MANTENERE UN GRANDE POLO BANCARIO VENETO"
Nicola Tognana interviene sulla aggregazione Bpvi-Veneto Banca
Tognana non ignora le difficoltà dell'aggregazione, a partire dal rischio di sovrapposizione di filiali e, quindi, della ncessità di intervenire sull'occupazione, ma è anche convinto che "si possono anche creare nuove filiali in territori dove le due banche non sono presenti o hanno una presenza limitata. Certamente ci sono degli ostacoli che dovranno essere valutati e, se possibile, risolti, ma, d’altra parte, ci sono anche opportunità”. Se i due istituti restassero soli e separati costituirebbero una
facile preda per soggetti esterni. "Sarebbero agevolmente scalabili. Questa è la logica delle spa: chi ha la maggioranza del capitale, governa. Ci sono tanti fondi in giro per il mondo che potrebbero aver interesse a comprare, a prezzi
relativamente bassi, strutture come queste due banche”. Con l'unione, poi, spiega, potrebbe inziare anche un percorso di recupero del valore delle azioni, dopo le recenti svalutazioni decise da Bpvi e da Veneto Banca: “Penso che proprio con la trasformazione in spa, mettendosi insieme e facendo un piano industriale interessante, si possano creare le condizioni perché le azioni possano iniziare a risalire”.
Anche l'invito di Tognana è rivolto ai vertici di Veneto Banca: "“Credo che il presidente Favotto e il cda abbiamo certamente le idee chiare sullo scenario che abbiamo di fronte da qui alla fine dell’anno. E dunque possiedano intelligenza e conoscenza per fare le scelte corrette. Per le due banche, ma io spero anche per il territorio che hanno sostenuto, ma che ha sua volta ha sostenuto i due istituti. Sia Popolare di Vicenza, sia Veneto Banca sono cresciute per le loro capacità, ma anche grazie alla moltitudine di imprese che hanno dato loro la possibilità di diventare quello che sono”. L'ex numero uno degli industriali di Marca, tuttavia, almeno per il momento esclude un suo ruolo diretto: "Se non c’è volontà di dialogo, neanche un pontefice, cioè colui che fa i ponti, potrebbe convincerli. Io ho già impegni a sufficienza. Entrambe le strutture, comunque, hanno più competenze di quelle che potrei mettere in pista io”.