La Corte d'Appello di Venezia dĂ ragione al gip: non c'era volontĂ di uccidere
SILVIA CANNAVINA RESTA LIBERA: RIGETTATO IL RICORSO DELLA PROCURA
La cuoca aveva accoltellato il datore di lavoro il 5 marzo scorso
RONCADE – (gp) Silvia Cannavina era e rimane una ragazza libera. A stabilirlo è stata la Corte d'Appello di Venezia che ha rigettato il ricorso presentato dalla Procura di Treviso contro la scarcerazione della cuoca 32enne di Monastier, accusata di tentato omicidio per aver colpito con un coltello il suo datore di lavoro, il barista 50enne di Treviso Paolo Andreetta.
A disporre il ritorno in libertà della ragazza, al termine dell'interrogatorio di convalida dell'arresto, era stato il gip di Treviso Umberto Donà. Accompagnata dal suo legale, l'avvocato Ivonne Tanieli, la giovane aveva ammesso di aver colpito il datore di lavoro ma di averlo fatto non intenzionalmente. Il giudice, non ravvisando né la volontarietà del gesto né la volontà di far male, e quindi né tanto meno di uccidere, e sostenendo inoltre che potrebbe essersi trattato davvero di un incidente, aveva deciso di revocare la misura cautelare.
La versione della giovane collimava sia con quanto riferito dalla vittima sia da quanto sostenuto dai testimoni. Insomma quanto accaduto il 5 marzo scorso all'interno del Petrol bar nell'area di servizio Vega, lungo la Treviso Mare, sarebbe stato soltanto un incidente, che poteva però avere conseguenze molto più gravi. In seguito alla decisione di rimettere in libertà la ragazza, la Procura di Treviso aveva ritenuto necessario presentare ricorso contro la disposizione del gip, affidando il giudizio alla Corte d'Appello.
I giudici veneziani, esaminati gli atti, hanno dato ragione al gip, sostenendo che la giovane non avrebbe agito con volontà omicidiaria. Anche la vittima, d'altro canto, aveva sempre riferito che si sarebbe trattato di un incidente sostenendo che, qualora l'accusa venisse derubricata in lesione, non sporgerebbe denuncia facendo finire il fascicolo in archivio per mancanza di querela.